entrate da rifiuti e tabacco, triplicati i fondi per i migranti


È un bilancio monstre quello proposto dalla Commissione europea, il più grande della sua storia: duemila miliardi di euro per finanziare le diverse politiche comunitarie. “È un budget all’altezza delle ambizioni dell’Europa, che affronta le sfide dell’Europa, che rafforza la nostra indipendenza e che è più ampio, più intelligente e più incisivo”, lo ha definito presentandolo la presidente Ursula von der Leyen.

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Saldo e stralcio

 

Il nuovo quadro finanziario pluriennale (Qfp) riguarderà il periodo dal 2028 al 2034 e sarò molto superiore all’attuale: l’ultimo bilancio settennale dell’Ue valeva inizialmente solo 1.074 miliardi di euro, a cui si aggiunsero però poi 750 miliardi di euro del piano straordinario Next Generation EU.

Agricoltura e coesione

I soldi a disposizione nel nuovo budget saranno suddivisi in 16 programmi, un’enorme riduzione rispetto agli attuali 53. Confermata l’unificazione della Politica agricola comune e di quella di Coesione, una riforma che non piace all’Italia e tanto meno agli agricoltori del blocco, che già hanno promesso barricate.

Le due voci saranno inserite nella parte dei piani di partenariato nazionali e regionali, che avranno 865 miliardi di euro a disposizione. “Sono la base per gli investimenti e le riforme. Il loro cuore rimane la coesione e l’agricoltura. Sono i pilastri centrali della solidarietà europea e dell’investimento nel modello europeo”, ha affermato von der Leyen, specificando che verranno salvaguardati oltre 300 miliardi di euro per il sostegno al reddito di agricoltori e pescatori, una cifra molto più bassa degli attuali 386 miliardi.

“Nel settore della coesione stiamo salvaguardando le regioni meno sviluppate”, ha poi assicurato la presidente, spiegando che gli investimenti nelle regioni meno sviluppate avranno un minimo di 218 miliardi di euro. Per gestire questi soldi saranno elaborati appunto dei “piani di partenariato nazionali e regionali”, che forniranno anche le risorse finanziarie per le politiche sociali, per le quali per la prima volta è stato fissato un obiettivo di spesa di almeno il 14 per cento.

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Inoltre verranno triplicati gli investimenti per la gestione della migrazione e delle frontiere “perché i confini dell’Europa sono una responsabilità condivisa”, ha dichiarato von der Leyen. In tutto saranno stanziati a questo scopo 34 miliardi di euro.

Meno rapporto diretto con i territori

Il nuovo bilancio sarà più centralizzato e sarà ridotto il rapporto diretto che un tempo c’era tra Bruxelles e gli enti locali nelle politiche di coesione, che bypassava quasi totalmente i governi centrali. Ogni Paese membro adotterà un piano di partenariato nazionale e regionale (Nrpp) che integrerà tutte le misure di sostegno pertinenti, sia per i lavoratori, gli agricoltori o i pescatori, le città o le zone rurali, le regioni o il livello nazionale. Questi piani, spiega la Commissione, identificheranno gli investimenti e le riforme necessari e saranno elaborati e attuati in stretta collaborazione tra la Commissione, gli Stati membri, le regioni, le comunità locali e tutte le altre parti interessate.

Sarà anche creato un nuovo Fondo europeo per la competitività, del valore di 409 miliardi di euro, che investirà in tecnologie strategiche, che sarà affiancato dal quadro di ricerca dell’Ue, di cui fa parte Horizon Europe, del valore di 175 miliardi di euro.

Le risorse proprie

Il bilancio dell’Unione è finanziato quasi interamente dagli Stati membri, con le entrate doganali che sono le uniche entrate dirette di Bruxelles. Il nuovo Qfp aumenterà notevolmente la voce delle ‘risorse proprie’, introducendo cinque nuovi strumenti e ‘tasse’ che dovrebbero permettere di far incassare all’Ue 58,5 miliardi di euro all’anno.

La prima è una quota delle entrate del sistema europeo di scambio di emissioni (Ets). Con un piccolo aggiustamento mirato, una parte dei proventi generati dalle aste dei permessi per emettere Co2 finirà direttamente nelle casse dell’Ue. Secondo le stime, si tratta di circa 9,6 miliardi di euro l’anno.

Segue il meccanismo di aggiustamento del carbonio alle frontiere (Cbam), il sistema che tassa l’importazione di prodotti altamente inquinanti per garantire una concorrenza equa con le industrie europee soggette all’Ets. Anche in questo caso, parte dei ricavi sarà destinata al bilancio comune (1,4 miliardi l’anno).

Le nuove risorse proprie Ue

Sconto crediti fiscali

Finanziamenti e contributi

 

Una terza fonte è del tutto inedita: si tratta di un contributo calcolato sulla quantità di rifiuti elettronici non raccolti nei vari Stati membri, applicando un’aliquota uniforme al peso di questi rifiuti non intercettati dal riciclo (15 miliardi l’anno). La quarta risorsa proposta riguarda le accise sul tabacco: una quota delle imposte minime che gli Stati membri applicano sui prodotti del tabacco verrebbe versata al bilancio Ue (11,2 miliardi l’anno).

Infine, la Commissione propone un contributo fisso annuale, chiamato “Corporate Resource for Europe” (Core), da parte delle grandi aziende che operano e vendono nel mercato europeo. L’obbligo scatterebbe per le imprese con un fatturato annuo netto di almeno 100 milioni di euro. In questo caso, il gettito stimato è di circa 6,8 miliardi di euro l’anno.

Aiuti per l’Ucraina

Nel nuovo bilancio si prevede anche un forte sostegno all’Ucraina, con una specifica voce di spesa da 100 miliardi dedicata al Paese, che dovrebbe essere utilizzata soprattutto per la ricostruzione e canalizzata attraverso gli attuali strumenti come l’European Peace Facility.

La presentazione del bilancio da parte della Commissione è comunque solo il primo passo di un processo legislativo che sarà lungo e complicato. Il quadro finanziario pluriennale dovrà essere discusso, modificato e approvato sia dal Parlamento europeo che dal Consiglio Ue, con i governi del blocco che dovranno alla fine dare il loro via libera all’unanimità.



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