maggiori informazioni sui crediti aiutano i debitori meritevoli


Carta di credito con fido

Procedura celere

 

Maggiori informazioni sui crediti non soltanto aiutano le banche ad erogarli con maggiore fiducia, ma permettono anche ai debitori meritevoli di ottenere i finanziamenti a un costo inferiore, a fronte di un loro inferiore costo reputazionale. L’assunto è noto nella teoria bancaria e ora giunge, a conferma, uno studio empirico realizzato dalla Banca d’Italia («Il valore delle informazioni contenute nella Centrale dei rischi: una stima dei benefici economici per le imprese») appena pubblicato per le Note di stabilità finanziaria e vigilanza.

Confrontando i crediti contenuti nella Centrale dei rischi con i dati di AnaCredit – set di dati della Banca Centrale Europea contenente informazioni dettagliate sui singoli prestiti bancari nell’area dell’euro – è possibile cogliere significative differenze. Nella Centrale dei rischi, che le banche utilizzano per l’ordinaria attività creditizia, sono censiti i finanziamenti superiori a 30mila euro. Più bassa, 25mila euro, è invece la soglia di AnaCredit, che ha una funzione unicamente statistica.

Gli autori dello studio (Luca Liberati, Davide Moretti, Stefano Pietrosanti, Ivan Quaglia e Olimpia Soldato) hanno riscontrato che i prestiti alle imprese «meritevoli» censiti dalla Centrale dei rischi godevano di un tasso inferiore rispetto a quelli «sottosoglia» compresi nella banca dati di AnaCredit.

In dettaglio, l’analisi econometrica, condotta per gli esercizi 2019 e 2023 – il triennio 2020-2022 è stato escluso per evitare gli effetti «spuri» della pandemia – ha quantificato «un calo medio (o una minor crescita) del costo del credito compreso tra un minimo di 21 e un massimo di 40 punti base nei trimestri successivi all’inclusione nella base dati». Applicando la stima più robusta – ottenuta sul dataset cumulato dei due anni analizzati e pari a una riduzione del costo del credito di 15 punti base – al totale dei prestiti bancari alle imprese, si è ottenuto «un risparmio annuo in termini di minori oneri finanziari pari a quasi 1 miliardo di euro».

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La quantificazione del beneficio economico complessivo – ha sottolineato ancora lo studio – «è da considerarsi ‘conservativa’ in quanto: si tiene conto delle erogazioni da parte del solo settore bancario; si escludono i finanziamenti alle famiglie».



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