Il Piemonte si conferma tra i protagonisti della scena internazionale, e lo fa con un impegno che va ben oltre la solidarietà d’emergenza. Dopo tre anni e mezzo di sostegno concreto all’Ucraina, dalla gestione dei profughi fino all’assistenza sanitaria, ora la Regione guidata da Alberto Cirio alza la posta in gioco e si propone come partner privilegiato per la ricostruzione economica e sociale del Paese devastato dalla guerra.
L’occasione è stata la Conferenza di Roma dell’11 luglio, organizzata dal governo italiano in collaborazione con quello ucraino e con la presenza del presidente Volodymyr Zelensky. Cirio è stato tra i relatori, portando l’esperienza piemontese come modello di intervento strutturato, capace di coniugare umanità e sviluppo.
Durante l’incontro, Zelensky ha conferito personalmente al presidente piemontese l’Ordine al merito di III grado, un’onorificenza che non arriva per caso: è il riconoscimento ufficiale dell’intero governo ucraino a una Regione che si è distinta fin dalle prime ore del conflitto per il suo impegno straordinario. A questo si è aggiunta anche la cittadinanza onoraria conferita a Cirio dai sindaci di Krasnotursk e Rohan, due comunità ucraine che hanno ricevuto aiuti concreti grazie anche alla collaborazione con l’associazione Memoria Viva.
L’impegno del Piemonte è partito da lontano. Immediatamente dopo lo scoppio della guerra, nel febbraio 2022, la Regione ha attivato un Coordinamento regionale per l’emergenza profughi, con l’obiettivo di garantire assistenza e accoglienza a chi fuggiva dai bombardamenti. Sono stati oltre 12.000 i profughi ucraini ospitati in Piemonte, quasi il doppio rispetto alla popolazione ucraina residente prima del conflitto. Famiglie e alberghi hanno aperto le porte, e più di 18.000 volontari si sono mobilitati per offrire un aiuto immediato e continuo.
Il Piemonte ha messo a disposizione strutture, risorse e servizi. Ha garantito vaccinazioni anti-Covid a circa 3.000 persone, ha avviato percorsi di inserimento scolastico per oltre 2.400 giovani e ha favorito l’accesso al mondo del lavoro per più di 4.000 profughi, in particolare nelle province di Torino e Novara.
Sul piano sanitario, l’intervento della Regione è stato decisivo: nei primi mesi di guerra, due missioni umanitarie – partite il 4 e il 20 marzo 2022 – hanno consentito di trasferire e curare 22 bambini ucraini malati di tumore presso l’Ospedale Infantile Regina Margherita di Torino, accompagnati dai familiari. Di questi, alcuni sono ancora oggi in cura. E non è tutto: nel luglio 2023, in collaborazione con la Croce Rossa Italiana, la Regione ha riaccompagnato in Ucraina 18 persone fragili, evacuate l’anno precedente e ospitate in strutture del Cottolengo e a Vico Canavese, esaudendo il loro desiderio di tornare a casa.
Ma ora il passo successivo è ancora più ambizioso. Come ha spiegato Cirio nel suo intervento a Roma, il Piemonte vuole partecipare alla ricostruzione dell’Ucraina non solo sul piano morale, ma anche su quello economico. “Siamo impegnati a creare occasioni di lavoro e sviluppo per le imprese piemontesi in Ucraina – ha dichiarato – partendo dalla fiducia sincera che ci siamo guadagnati aiutando la popolazione ucraina fin dai primi momenti del conflitto”.
Un cambio di paradigma che non dimentica la tragedia della guerra, ma prova a trasformare l’enorme capitale di solidarietà costruito in questi anni in una rete di relazioni economiche durature. “Lo sforzo collettivo – ha detto ancora Cirio – ora si trasforma in un’opportunità per il nostro territorio e per le nostre imprese di essere tra i principali attori della ricostruzione”.
La visione è chiara: il Piemonte vuole diventare un partner strategico nella rinascita di infrastrutture, sistemi educativi, ospedali, trasporti e logistica. Un piano che può rappresentare un volano per l’internazionalizzazione delle imprese locali, sostenute da una Regione che si candida a giocare un ruolo da protagonista nella geopolitica europea.
E se il riconoscimento di Zelensky a Cirio ha una valenza simbolica forte, ancora più significativo è il fatto che sia stato il governo ucraino stesso a chiedere la collaborazione del Piemonte, a partire dai rapporti già consolidati con le comunità locali. Un segnale che la fiducia non si compra: si conquista.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link