«Pronti a ricostruire un’Ucraina libera»


Italia in prima linea tra investimenti, diplomazia e visione culturale

Al Centro Congressi La Nuvola di Roma l’Ukraine Recovery Conference (URC2025), la più importante piattaforma internazionale dedicata alla ripresa, modernizzazione e ricostruzione dell’Ucraina. Oltre 5.000 partecipanti, tra cui 100 delegazioni governative, 40 organizzazioni internazionali, 2.000 imprese, rappresentanti della società civile e più di 500 giornalisti accreditati, si sono riuniti nella Capitale per costruire un futuro di pace e sviluppo. Un evento che segna un punto di svolta e vede l’Italia non solo come Paese ospitante, ma come vero motore del processo di ricostruzione.

Meloni: «Non abbiate paura di investire in Ucraina»

Ad aprire ufficialmente i lavori è stata la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che ha accolto i leader internazionali, tra cui Volodymyr Zelensky, Ursula von der Leyen, Friedrich Merz e Donald Tusk, con un messaggio potente: «Questa conferenza trasmette al mondo un messaggio importante. Dice che ciascuno di noi è qui per fare la propria parte per un obiettivo comune: guardare oltre l’insopportabile ingiustizia inflitta al popolo ucraino e saper immaginare ora un’Ucraina libera e prospera, immaginare il dopo».

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Nel suo discorso, Meloni ha annunciato il contributo determinante dell’Italia alla nascita di un nuovo fondo equity europeo dedicato alla ricostruzione, e ha rivolto un invito chiaro alle imprese: «Non abbiate paura di ricostruire in Ucraina. Investire non è un azzardo, è un investimento sulla pace, sulla crescita economica dell’Europa intera e sulla sicurezza dei nostri cittadini».

Un appello al sentimento, alla storia, al futuro

La premier ha sottolineato che la ricostruzione non può essere solo tecnica o finanziaria, ma deve poggiare sul sentimento e sull’identità: «Abbiamo assunto impegni per oltre 10 miliardi di euro, ma per ricostruire una nazione martoriata dalla guerra non bastano i soldi. Serve qualcosa di più: l’amore di patria, l’amore per la libertà. Senza questo, tutto ciò che stiamo facendo perde di significato».

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Non sono mancati i riferimenti al patrimonio culturale ucraino, che l’Italia ha già iniziato a tutelare e valorizzare, come la Cattedrale della Trasfigurazione di Odessa e il Museo di Belle Arti: «Sono gioielli di un patrimonio che ci appartiene come europei, e che come europei vogliamo proteggere per donarlo a chi verrà dopo di noi».

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Il miracolo economico ucraino comincia a Roma

Con parole cariche di empatia e determinazione, Meloni ha ricordato come l’Italia stessa, dopo le macerie della Seconda guerra mondiale, fu capace di rinascere e trasformarsi in una potenza industriale: «Gli italiani sanno bene cosa significa ricostruire. Mi piace pensare che questa conferenza sarà l’avvio del vostro miracolo economico. Ogni scuola, ogni ospedale, ogni torre ricostruita sarà un pezzo d’Europa restituito alla storia e ai nostri figli».

Sistema Italia in campo: accordi, imprese, istituzioni

Durante la giornata, il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha aperto la Conferenza dei Donatori, centrata sul sostegno finanziario internazionale, mentre il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso ha partecipato a cinque bilaterali strategici per favorire la partecipazione italiana nei grandi progetti infrastrutturali. Urso ha ribadito il ruolo del MIMIT nel coordinare, insieme a ICE, SACE, CDP e Simest, strumenti e azioni a sostegno dell’internazionalizzazione delle nostre imprese. Meloni ha poi celebrato gli accordi siglati da colossi come Leonardo, Enel, Terna, Snam e Ferrovie con omologhe ucraine, segnando l’inizio di una cooperazione economica solida e concreta.

L’Italia dalla parte giusta della storia

«Il nostro compito – ha concluso Meloni – è aiutare l’Ucraina a scrivere un nuovo capitolo della sua storia. L’Italia può giocare un ruolo da protagonista perché si è sempre schierata con chiarezza dalla parte giusta della storia, senza tentennamenti. E perché il nostro solido tessuto produttivo è pronto a generare un moltiplicatore di investimenti». La URC2025 di Roma sarà ricordata come il punto di svolta della ricostruzione ucraina. Non solo con le risorse, ma con il cuore, la visione e la forza di un’Europa che sa dove vuole andare.



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