Svolta Ucraina: “Le imprese finanzieranno la ricostruzione”


“Dobbiamo essere orgogliosi del risultato che oggi raggiungiamo tutti insieme”, ha detto ieri la premier Giorgia Meloni aprendo la Ukraine Recovery Conference di Roma. Nazioni, istituzioni, aziende e società civile hanno raccolto oltre 10 miliardi di euro di impegni per la ricostruzione dell’Ucraina. Un obiettivo che la presidente del Consiglio definisce non solo realistico, ma strategico per l’intera Europa. “Investire sulla ricostruzione dell’Ucraina non è un azzardo. È un investimento sulla pace, sulla crescita economica dell’Europa intera, sulla sicurezza dei nostri cittadini”, ha sottolineato.

Meloni ha annunciato il contributo determinante dell’Italia alla nascita di un nuovo fondo equity europeo, pensato per accompagnare le imprese nei progetti di ricostruzione. Una leva finanziaria utile a mobilitare capitali privati. Anche l’Unione europea ha ribadito il proprio ruolo. La presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, ha annunciato un pagamento imminente da un miliardo di euro di assistenza macrofinanziaria, oltre a 3 miliardi dal Fondo per l’Ucraina. Le garanzie e le sovvenzioni firmate in occasione della conferenza sbloccheranno oltre 10 miliardi di euro di investimenti, destinati a sostenere il Paese fino al 2028 e oltre, con l’obiettivo dichiarato dell’ingresso di Kiev in Europa.

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Meloni ha anche lanciato un segnale politico forte. “Vogliamo lavorare con l’Ucraina anche per non consentire che della ricostruzione possano beneficiare entità che hanno finanziato la macchina da guerra russa”, ha specificato. Un concetto ribadito dal ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, che ha richiamato direttamente l’applicazione di questo principio. “Chi ha guadagnato facendo affari in Russia, contribuendo a finanziare l’attacco a Kiev, resterà fuori dalla ricostruzione”, spiegano fonti del Mef. Il riferimento è chiaro: il governo guarda a Unicredit, tra gli istituti con maggior esposizione in Russia, che ha presentato ricorso al Tar contro il decreto golden power del governo relativo all’Ops su Banco Bpm.

Il ministro delle Imprese, Adolfo Urso, ha ribadito che “l’Italia è impegnata nella ricostruzione dell’Ucraina, per investire nella resistenza e nel sistema energetico del Paese, nel quadro della transizione”, un chiaro riferimento all’accordo dello scorso novembre con Kiev sulle materie prime critiche. Il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, ha invece puntualizzato che la ricostruzione delle infrastrutture energetiche ucraine sarà basata sul principio del “ricostruire meglio per ottenere un sistema energetico pulito e più resiliente”. Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha annunciato l’istituzione di uno Unity hub in Italia, “uno spazio, pensato dalla comunità ucraina per la comunità ucraina, dove ricevere orientamento professionale e supporto giuridico”.

Intanto, la conferenza ha prodotto risultati concreti sul piano industriale, grazie a una serie di accordi tra imprese italiane e controparti ucraine. “Parliamo di progetti strategici capaci di disegnare un cambiamento reale”, ha sottolineato Meloni citando tra gli altri Leonardo, Enel, Terna, Snam, Ferrovie dello Stato. Leonardo ed Enav hanno firmato due accordi di donazione con UkSatse per il trasferimento di cinque radar primari di rotta e tecnologie associate. L’amministratore delegato di Enel, Flavio Cattaneo, ha invece annunciato la donazione di un megawatt di pannelli fotovoltaici per scuole e ospedali ucraini.

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Terna ha siglato un memorandum con Ukrenergo per promuovere lo scambio di competenze nella gestione delle reti di trasmissione elettrica. Anche Fincantieri, si apprende, ha presentato soluzioni avanzate per la protezione delle infrastrutture critiche, come cavi sottomarini e oleodotti.



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