Media “indipendenti” ma finanziati dall’UE: crescono i dubbi sulla trasparenza dei fondi.


Quanto è realmente “indipendente” l’informazione che beneficia dei finanziamenti europei? A sollevare la questione (per l’ennesima volta) sono stati tre eurodeputati del gruppo ECR – Charlie Weimers, Dick Erixon e Beatrice Timgren – firmatari di un’interrogazione alla Commissione europea, mirata a denunciare opacità e potenziali distorsioni nella gestione dei fondi destinati ai media.

Secondo recenti analisi, le spese effettive dell’UE nel settore mediatico supererebbero di gran lunga quanto ufficialmente dichiarato. Mentre Bruxelles parla di 20-21 milioni di euro l’anno per le cosiddette “azioni multimediali”, le cifre reali ammonterebbero a circa 35 milioni annui, con un totale stimato di 150 milioni di euro riversati direttamente o indirettamente nelle redazioni giornalistiche. Tra i casi più emblematici, quello di Euronews, che dal 2014 avrebbe ricevuto oltre 227 milioni di euro, attirando critiche per la scarsa trasparenza nell’impiego dei fondi.

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La Commissione sostiene che il suo obiettivo sia promuovere il pluralismo dell’informazione, ma secondo gli eurodeputati il sistema attuale, poco tracciabile e difficile da monitorare (la Commissione non pubblica un apposito resoconto annuale dettagliato di tutte le spese relative ai media), mette a rischio sia la concorrenza tra testate sia l’indipendenza editoriale.



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