Alta Sabina, un patto anti spopolamento


Mentre divampano le polemiche sullo «spopolamento irreversibile delle aree interne», come è stato definito da uno dei 4 obiettivi del Piano Strategico Nazionale delle Aree Interne (PSNAI 2021-2027) varato dal Governo, 10 piccoli comuni italiani si impegnano a fare rete con l’obiettivo di far crescere la popolazione del 5% entro il 2035, rispetto a un valore oggi molto più basso della media nazionale.

SUCCEDE IN ALTA SABINA, nel Lazio, dove il prossimo 12 luglio, nel contesto di una grande festa organizzata a Marcetelli, il più piccolo comune del Lazio, i 10 sindaci di Rocca Sinibalda, Belmonte, Colle di Tora, Longone, Marcetelli, Torricella, Monteleone, Poggio Moiano, Poggio S. Lorenzo, Varco Sabino firmeranno un patto davanti alla popolazione per creare una comunità fondata su valori condivisi e su progetti concreti per valorizzare le risorse naturali del territorio e realizzare servizi e infrastrutture per la sostenibilità integrata.

Dilazione debiti

Saldo e stralcio

 

PARLIAMO DI PAESI PICCOLI, difficili da raggiungere e che soffrono di uno spopolamento endemico dovuto alla carenza di servizi essenziali, a una scarsa attività economica, a una mobilità spesso difficile che genera isolamento. Tutte caratteristiche che, però, possono trasformarsi in punti di forza se adeguatamente gestite mettendo a sistema le risorse naturali e culturali del territorio. Grazie ai 3 milioni provenienti dal bando PNRR Green Communities, i 10 comuni, che già dal 2022 hanno costituito una Green Community, siglano un contratto territoriale ispirato ai climate pacts del Nord Europa e lanciano il progetto IN. Alta Sabina, dove IN sta per intelligenza naturale, per raggiungere obiettivi su «energia clima e società» partendo dal basso, auto organizzandosi, e facendo rete.

«TRA I PRINCIPALI OBIETTIVI – dice Elena Battaglini sociologa territoriale, project manager e designer del progetto – c’è infatti quello di facilitare un cambio di paradigma, passando da una logica individualistica e competitiva a una di collaborazione e auto organizzazione tra comuni, imprese e comunità». Un patto di comunità, dunque, che impegna le 10 amministrazioni ad agire in sinergia per gestire il ricco patrimonio agro-forestale e le ingenti risorse idriche. In Alta Sabina si estende infatti uno dei bacini idrici più importanti d’Europa che, peraltro, fornisce gran parte dell’acqua alla città di Roma.

L’OBIETTIVO E’ QUELLO DI OTTIMIZZARE il consumo di acqua risparmiando almeno il 30% rispetto all’utilizzo attuale. I comuni si impegnano inoltre: a creare un impianto di gassificazione e, in generale, a produrre energia da fonti rinnovabili locali, tra le quali, oltre alle biomasse, i micro-impianti idroelettrici, il fotovoltaico, l’eolico, la cogenerazione e il biometano; a sviluppare un turismo equo, inclusivo e sostenibile, a partire dalla messa a sistema, già in parte organizzata, delle rete di cammini che mette in comunicazione tra loro tutti i comuni e che rappresenta un forte elemento di sviluppo per un turismo lento e responsabile; a gestire in modo sostenibile il patrimonio edilizio e le infrastrutture; a rafforzare la mobilità elettrica attraverso l’installazione di un’adeguata quantità di stazioni di ricarica; a creare un Biodistretto strutturando un sistema alimentare fondato su aziende agricole che sappiano valorizzare la biodiversità agroforestale e alimentare.

«DICIAMO NO ALL’ACCOMPAGNAMENTO al fine vita per le aree interne», dice Stefano Micheli, sindaco di Rocca Sinibalda, comune capofila del progetto e componente del Consiglio Nazionale di Ali Lega delle Autonomie e della Consulta Piccoli Comuni di Anci Lazio. «Vi è un’assenza totale di visione concreta e coerente di sostegno e rilancio delle aree fragili da parte del Governo. I Comuni che soffrono di spopolamento non sono malati terminali da accompagnare alla morte come dichiarato dal Ministro Foti». Per il Sindaco Micheli, l’azione prioritaria per le aree interne e fragili è quella di «ricucire» i territori e trasformare il Piano Strategico Nazionale per le Aree Interne (Psnai) in politica strutturale, con finanziamenti stabili e governance semplificata; investire su infrastrutture e servizi essenziali come scuola, sanità e mobilità; rafforzare l’autogoverno locale e la capacità amministrativa dei piccoli Comuni, con personale stabile e formazione continua; attivare una fiscalità di vantaggio e nuove leve per l’imprenditorialità giovanile e la green economy.

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«Abbiamo la necessità – dice Micheli – di integrare il Psnai con i fondi europei, il Pnrr e la programmazione regionale, coinvolgendo cittadini, imprese e terzo settore in una programmazione fondata su reti territoriali e obiettivi misurabili nonché di introdurre una valutazione d’impatto sociale e demografico delle politiche nei territori». Ma ci vuole anche, secondo il sindaco, un adeguato sostegno alla digitalizzazione per facilitare il lavoro agile e l’accesso ai servizi pubblici online nei borghi.

«LA TECNOLOGIA AVRA’ UN RUOLO CENTRALE – spiega ancora Battaglini – ma sarà al servizio della comunità e delle risorse naturali del territorio». Tra i punti più innovativi del progetto, che prevede 15 ambiti di sviluppo e che ha alla base il marchio europeo di design sistemico, Social Resonance, c’è infatti quello della creazione di una piattaforma di smart contract in blockchain, e di una app mobile ad essa collegata che daranno vita a un portafoglio digitale per lo scambio di servizi tra cittadini, amministratori e imprese, attraverso una moneta locale virtuale chiamata Mas, la Moneta dell’Alta Sabina.

COSI’, ATTIVITA’ SVOLTE A BENEFICIO della collettività (offrire passaggi in macchina, piantare e mettere a disposizione di tutti erbe officinali, portare la spesa a persone anziane o malate, e così via) genereranno accumulo di Mas, con cui sarà possibile acquistare altri servizi e, allo stesso tempo alimentare un circolo virtuoso di azioni che avranno ricadute positive sulla popolazione e sul territorio. L’aspetto innovativo sta nel fatto che è la stessa comunità a decidere le macrocategorie di servizi e il valore corrispondente. Un algoritmo entrerà più nel dettaglio assegnando ad ogni singolo servizio un valore in moneta locale. In aggiunta a tutto questo, il Cursa (Consorzio Universitario per la Ricerca Socioeconomica e per l’Ambiente) sta inoltre mappando tutto il territorio al fine di individuare e dare valore economico ai servizi ecosistemici, cioè quella serie di servizi che i sistemi naturali generano a favore dell’uomo e che l’Alta Sabina potrà, negli anni a venire, valorizzare, tutelare e utilizzare a favore della crescita della popolazione e di un suo maggiore benessere.



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