Sabato (Acea Acqua): “Reti idriche obsolete, perdite al 40%, continuare con partnership pubblico-privato per nuovi investimenti”


Tommaso Sabato, Presidente di Acea Acqua, in occasione della summer edition della quinta edizione del “Forum in Masseria”, la rassegna economica e politica organizzata da Bruno Vespa e Comin & Partners a Manduria, è stato intervistato da Il Giornale d’Italia.

Alla luce della crescente instabilità climatica. Quanto è urgente oggi un nuovo piano nazionale per la gestione delle risorse idriche?

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“Sicuramente è evidente a tutti che l’acqua sia ormai una risorsa scarsa. Ne stiamo prendendo coscienza collettivamente, anche perché i consumi stanno aumentando notevolmente. Le abitudini delle persone sono cambiate: consumiamo di più, l’industria consuma di più, l’agricoltura consuma di più. Il problema è che mentre la domanda cresce, l’offerta diminuisce. Piove meno, oppure piove male, ovvero con eventi estremi e intensi. La disponibilità d’acqua, dagli anni ’70 ad oggi, è calata notevolmente pro capite.

Il punto è cosa possiamo fare per affrontare e ottimizzare l’acqua che abbiamo a disposizione. Le reti italiane, sia a livello di invasi che di distribuzione, sono obsolete, con perdite importanti, si parla in media del 40%, con territori che arrivano anche al 70-80%. 

I privati possono fare molto, sia trovando soluzioni finanziarie per finanziare gli investimenti, sia portando competenze tecniche e manageriali per realizzarli. Tuttavia, non tutto può gravare sui privati o essere caricato sulle tariffe. Serve un piano di investimenti pubblico, organizzato a livello nazionale, che consenta una visione unitaria e non interventi frammentari, a “macchia di leopardo”. Inoltre, è fondamentale che le tariffe restino eque e sostenibili per i cittadini.

In questo contesto, il PNRR ha dato un primo aiuto, sono stati destinati 4,5 miliardi di euro al settore idrico. È un buon inizio, ma non basta. Ci vorrà comunque l’impegno delle istituzioni per continuare a finanziare, e quindi co-finanziare con i privati, la seconda fase di sviluppo. Negli ultimi anni la spesa pro capite per investimenti è cresciuta, nel 2023-24-25 è passata da 60 a 70 fino a 80 euro per abitante. È ancora sotto la media europea, ma è in crescita. Dobbiamo continuare su questa strada e sperare che una partnership pubblico-privato porti nuovi investimenti e continui a sostenere questo trend positivo.”

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“Ci sono soggetti industriali che gestiscono un servizio pubblico, prelevano l’acqua e la portano all’agricoltura, all’industria, al consumo civile, anche attraverso il riciclo. Il loro ruolo non è solo quello di gestori passivi della rete, ma anche proattivi, proporre e realizzare progetti concreti, innovativi e sostenibili nei tempi. Il privato deve avere la capacità di attrarre talenti, persone e innovazione, e di proporre al pubblico investimenti sostenibili per le comunità.”





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