Riello di Lecco, grande preoccupazione: il gruppo Carrier vuole vendere


Lunedì si è svolto in Provincia di Lecco un incontro cruciale per il futuro dell’azienda e dello storico impianto produttivo di via Risorgimento. L’impresa occupa 150 dipendenti ed è nata come caldaie Beretta nel 1960

C’è preoccupazione per il destino della Riello di Lecco e dei suoi 150 dipendenti. Lunedì 30 giugno si è svolto in Provincia di Lecco un incontro cruciale per il futuro dell’azienda e dello storico impianto produttivo di via Risorgimento. Nata come caldaie Beretta nel 1960, l’azienda è stata fra i leader italiani nella produzione di caldaie per riscaldamento domestico. All’inizio degli anni Duemila è entrata a far parte del gruppo Riello – ora di proprietà della multinazionale Carrier.

La riunione, voluta dai sindacati dopo l’annuncio della società americana di voler vendere il gruppo Riello, ha visto allo stesso tavolo rappresentanti della Provincia, del Comune, dell’azienda e delle organizzazioni sindacali.

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I rappresentanti aziendali hanno spiegato che, al momento, non esiste ancora un acquirente, ma è stato incaricato un advisor con l’obiettivo di individuare un compratore entro la fine dell’anno. Le istituzioni non sono rimaste a guardare. «Seguiamo da tempo con attenzione la situazione di Riello – hanno dichiarato il consigliere provinciale Antonio Pasquini e il sindaco di Lecco Mauro Gattinoni –. Questo stabilimento rappresenta un presidio industriale strategico per il nostro territorio. In particolare, chiediamo che venga riconosciuto e valorizzato il ruolo dell’area Ricerca e Sviluppo presente a Lecco, essenziale per affrontare le sfide future e mantenere l’occupazione».

L’allarme lanciato dai sindacati è chiaro: Riello, pur essendo leader in Europa nella produzione di caldaie e bruciatori, è oggi troppo legata ai combustibili fossili, mentre Carrier guarda alla transizione green con Viessmann, altro brand del gruppo. Questo sbilanciamento ha spinto Carrier verso la decisione di vendere Riello, considerata non più strategica.

I sindacati chiedono garanzie per il futuro produttivo e occupazionale dei tre siti in Italia, a partire da un piano di riconversione industriale. Il prossimo passaggio sarà decisivo: il 15 luglio le parti si incontreranno nuovamente al Ministero. Subito dopo, il 30 luglio, è previsto un nuovo aggiornamento del tavolo istituzionale a Lecco.

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