Fondi Pnrr per contrasto al caporalato, persi 4 milioni di euro


Gli immobili non erano utilizzabili e il Comune di Latina perde i 4,3 milioni di euro di fondi Pnrr destinati al contrasto al caporalato: troppo lunghi i tempi per un eventuale adeguamento e certificazione, che avrebbero fatto sforare i termini delle scadenze Pnrr, ovvero il collaudo dei lavori entro il 31 marzo 2026.

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Il Comune capoluogo aveva partecipato al bando Pnrr, nella missione 5, Inclusione e coesione, nel 2022. L’obiettivo è quello di specifici progetti di rigenerazione urbana e cohousing sociale per il superamento degli insediamenti abusivi per combattere lo sfruttamento dei lavoratori in agricoltura. Il capoluogo pontino, secondo i dati rilevati, risultava avere una presenza sul territorio di 183 cittadini stranieri, e aveva avuto un’assegnazione di 1 milione di euro di quota fissa, 2.363.715 euro di quota variabile (in base alle presenze), 500mila euro di correttivo per l’anzianità degli insediamenti; altri 500mila per iniziative avviate per il superamento degli insediamenti. Per un totale di finanziamento di 4.363.715 euro. Vengono individuati gli insediamenti, sotto l’amministrazione del commissario straordinario Carmine Valente, tra il 2022 e il 2023: inizialmente era inclusa anche Al Karama che, essendo però oggetto di altri finanziamenti, viene presto esclusa. Rimangono Oasi di vita (30 persone), canale delle Acque medie (12 persone), Latina centro vita (15 persone) per un totale di 57 presenze. Vengono successivamente identificati gli immobili da destinare ad alloggi: uno è l’ex scuola Casal Traiano, l’altro un edificio confiscato alla criminalità, in via Nicolai. Il Comune scrive varie volte al ministero, chiarendo da un lato che le presenze sono inferiori, dall’altro che occorrono lavori importanti per gli edifici: occorre una rimodulazione del progetto e del finanziamento; si cerca in tutti i modi di salvare i fondi. Intanto, però, le lancette scorrono. 

“Gli immobili non erano compatibili con le esigenze – spiega l’assessore ai Lavori pubblici, Massimiliano Carnevale – c’erano troppi vincoli. In particolare, scontavano l’assenza della vulnerabilità sismica, e i tempi non erano in linea con le scadenze. Abbiamo fatto di tutto per salvare i finanziamenti, ma gli immobili selezionati non erano compatibili”. 

Polemiche giungono dall’opposizione: “Un anno fa la sindaca Celentano – affermano il consigliere comunale Damiano Coletta di Lbc insieme alla segretaria del movimento, Elettra Ortu La Barbera – era in prima fila in piazza alla manifestazione per la morte di Satnam Singh. In prima fila anche in prefettura, quando si costituiva un tavolo di lavoro per stabilire le strategie di intervento, insieme a tutti gli altri attori istituzionali, dopo quei tragici fatti. In ballo, allora, c’erano ancora quegli oltre 4 milioni di euro di fondi del Pnrr destinati a combattere il fenomeno del caporalato e dello sfruttamento dei lavoratori attraverso la realizzazione di soluzioni abitative per i migranti impegnati nel settore. Molti proclami, molti annunci. E oggi invece apprendiamo che quella possibilità è sfumata e quei fondi, a quanto pare sono persi”. Inoltre, “la notizia della perdita di questi fondi, se confermata, sarebbe gravissima. Latina aveva tutta l’attenzione del commissario straordinario del Governo per la lotta allo sfruttamento dei lavoratori in agricoltura Maurizio Falco, che proprio su questo territorio è stato prefetto fino a poco più di un anno fa. Ma neppure questo sembra essere bastato all’attuale amministrazione per rimodulare quei progetti, superare gli ostacoli e partecipare con azioni concrete al contrasto di un fenomeno ignobile. Si poteva cogliere l’occasione di collaborare e stabilire sinergie positive con comuni limitrofi, come Cisterna, con cui si era condivisa tra l’altro la vicenda legata alla morte di Satnam. C’erano state in questo senso interlocuzioni già avviate. Invece il Comune di Latina ha perso una chance importantissima per dare un segnale di svolta. Neppure la tragedia di Satnam dunque è servita a individuare precise priorità che un’amministrazione degna di questo nome deve avere: proteggere gli ultimi e i più fragili. Oggi dunque chiediamo con forza che la sindaca, delegata Anci al Welfare, ci metta la faccia – concludono Damiano Coletta ed Elettra Ortu La Barbera – Pur comprendendo le difficoltà che progetti di questa portata comportano, riteniamo inaccettabile aver perso i fondi. Ci aspettiamo che il Comune spieghi, anche davanti alle altre istituzioni del territorio e ai cittadini, questa rinuncia a combattere una battaglia di civiltà fondamentale”.

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