Imprenditore padovano arrestato per frode su finanziamenti pubblici e gestione di società fallite nel trevigiano


Un’operazione della Guardia di Finanza di Treviso ha portato agli arresti domiciliari un imprenditore padovano e all’iscrizione nel registro degli indagati di altre dieci persone. L’inchiesta coinvolge un’associazione per delinquere accusata di acquisire società, svuotarle dei beni e provocarne il fallimento, per arricchire il gruppo e finanziare nuove acquisizioni. I dettagli della vicenda mostrano come i finanziamenti pubblici siano stati ottenuti e utilizzati in modo illecito, provocando danni a diverse imprese.

Indagine della guardia di finanza su associazione per delinquere e società fallite

Gli investigatori della Guardia di Finanza di Treviso hanno ricostruito un sistema in cui l’associazione criminale prendeva il controllo di diverse società, svuotandone i patrimoni. Questi beni, tolti dalle aziende ormai destinate al fallimento, venivano usati per comprare altre imprese e per rafforzare la ricchezza personale degli indagati. Il meccanismo si ripeteva ciclicamente, trasformando i fallimenti in uno strumento per mantenere e accrescere il capitale illecito.

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L’imprenditore arrestato, con precedenti per reati tributari, fallimentari e riciclaggio, si era definito un “business angel” di imprese in crisi, ma si scopre che la sua attività era molto diversa. Era al vertice di una rete di società nel territorio trevigiano e amministrava in modo occulto almeno due di queste. Questa gestione opaca e fraudolenta ha permesso di ottenere finanziamenti pubblici per circa 1,7 milioni di euro. Tali fondi, arrivati da Simest Spa, erano destinati a sostenere programmi di internazionalizzazione, ma nella pratica sono stati usati impropriamente.

Uso illecito dei finanziamenti pubblici e mancate realizzazioni dei progetti internazionali

Le indagini hanno preso avvio da una verifica sistematica sulle imprese trevigiane che avevano ricevuto finanziamenti pubblici specifici, incrociando queste informazioni con dati bancari e fiscali. I controlli hanno evidenziato anomalie riguardo due società coinvolte nella rete criminale. Queste aziende avevano ottenuto fondi pubblici con l’obiettivo dichiarato di inserirsi nei mercati internazionali, in particolare nel Kuwait e in Albania.

Secondo i documenti, i finanziamenti servivano a partecipare a fiere e iniziative commerciali sui mercati esteri, ma nella realtà i progetti non sono mai stati avviati. Inoltre, per ottenere un finanziamento volto a garantire la solidità patrimoniale delle piccole e medie imprese, sono stati presentati bilanci falsificati, per nascondere la reale situazione economica. Il denaro pubblico è stato invece speso per arricchire gli indagati e finanziare ulteriori acquisizioni di società.

Questa gestione finanziaria fraudolenta ha portato all’esaurimento delle risorse e alla successiva liquidazione giudiziale delle due società trevigiane. I riscontri delle verifiche amministrative hanno confermato questa gestione irregolare, in cui le finalità dichiarate si sono rivelate una copertura per manovre illecite.

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Trasferimenti di denaro tra società senza giustificazioni economiche

Tra il 2020 e il 2022 l’imprenditore finito agli arresti domiciliari ha effettuato trasferimenti di denaro ingiustificati tra le sue diverse società. Per giustificare ufficialmente questi flussi, è stato utilizzato un “contratto di rete” creato ad hoc. Nel documento si parlava di una collaborazione reciproca e di scambi commerciali, industriali e tecnologici, ma nella sostanza tale accordo risultava del tutto fittizio.

Questa strategia ha permesso di drenare circa 1,6 milioni di euro di liquidità da sei società del gruppo, senza un vero coinvolgimento nelle attività concordate. I movimenti finanziari sono apparsi infatti privi di motivazioni economiche reali e hanno alimentato un sistema di frode finanziaria complesso e strutturato.

L’inchiesta continua a fare luce su questo circuito di società di comodo, prestanome e operazioni finanziarie sospette, che hanno causato danni ingenti. Le misure restrittive e le indagini amministrative puntano a smascherare in modo completo l’organizzazione.

Ultimo aggiornamento il 17 Luglio 2025 da Luca Moretti



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