ma il disagio per commercianti, imprese ecc. resta


(PressMoliLaz.) – V.G. – Isernia, 16 Lug. 25   Nei giorni scorsi ha fatto discutere la cosiddetta “tassa sull’ombra”, ovvero il tributo previsto dal Regolamento sul Canone Unico Patrimoniale per l’occupazione, anche solo proiettata,  del suolo pubblico da parte di tende, insegne, pensiline e simili strutture esterne.

Il Sindaco di Isernia è intervenuto per chiarire la posizione dell’Amministrazione, annunciando che è in corso la stesura di un nuovo Regolamento volto all’eliminazione della tassa e alla possibile revisione di altre tariffe contenute nel testo attualmente in vigore. Un’apertura importante, che lascia intravedere un cambio di passo nella gestione di un’imposizione fiscale percepita come anacronistica e penalizzante da buona parte delle attività locali.

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Tuttavia, resta il disagio concreto: molti commercianti e imprenditori hanno già ricevuto gli avvisi per il 2025 di pagamento per il tributo, generando malcontento e confusione. Se è vero che l’attuale Regolamento fu approvato nel 2021 sotto una precedente Amministrazione, è altrettanto vero che una comunicazione preventiva più chiara avrebbe potuto evitare il disorientamento che si è venuto a creare.

Il Sindaco ha ribadito che per procedere all’eliminazione della tassa sarà necessario approvare in Consiglio comunale il nuovo Regolamento, con le modifiche che, , se confermate, entreranno in vigore non prima del 2026. Nel frattempo, il tributo per il 2025 resta dovuto, salvo auspicabili  decisioni contrarie da parte dell’Amministrazione Castrataro.

Si accoglie con favore l’intenzione di intervenire per correggere il provvedimento, ma non si può ignorare la necessità di maggiore tempestività ed efficacia nel prevenire situazioni di disagio, specialmente in un periodo storico in cui le attività economiche fanno già i conti con aumenti generalizzati dei costi e difficoltà di tenuta.

Si rinnova pertanto l’invito a essere più accorti e solerti nel gestire e risolvere per tempo i problemi, evitando che cittadini e operatori economici si trovino ancora una volta a fare i conti con richieste fiscali inaspettate. Perché il buon governo si misura anche – e soprattutto – nella capacità di prevenire, non solo correggere.

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