La Enel Foundation rafforza il proprio impegno come piattaforma di incontro tra accademia, impresa e istituzioni, presentando il nuovo comitato scientifico con l’obiettivo di promuovere ricerca indipendente e programmi di alta formazione rivolti a talenti provenienti da diversi settori.
Durante l’evento, l’Amministratore Delegato di Enel, Flavio Cattaneo, ha sottolineato il valore strategico dell’alleanza tra innovazione e mondo produttivo: «È importante per noi questo connubio fra impresa e ricerca, anche perché coniugare le due cose è fondamentale, non solo per Enel ma per la nostra società». Secondo Cattaneo, infatti, «tutte le evoluzioni economiche, molte di queste, partono da una scoperta scientifica, da un’evoluzione tecnologica e quindi sono importantissime e tutte le imprese che hanno basato il loro sviluppo su questa innovazione sono cresciute molto di più delle altre».
Cattaneo ha poi evidenziato come la Fondazione rappresenti un laboratorio di sperimentazione virtuosa anche nella collaborazione tra pubblico e privato: «Bisogna coniugare le due cose per non rendere sterile da una parte la ricerca accademica e, diciamo, atrofizzata dall’altra parte l’impresa. E quindi il saper coniugare le due cose, e in questo caso coniugarle anche con il pubblico, come fa Enel con i vari Ministeri e le varie iniziative, è una cosa importante da realizzare».
Tra le iniziative recenti, l’ad ha citato la partecipazione della Fondazione al Piano Mattei, che ha portato all’avvio in Marocco di due corsi di specializzazione in attività elettrica: «Hanno avuto un successo importante. Progetto che ha avuto più di 1500 richieste per le due edizioni, una da 50 e una da 30 posti, quindi diciamo una richiesta importante». Un esempio concreto, secondo Cattaneo, di come la Fondazione possa rappresentare «non solo coniugazione fra ricerca e impresa, ma anche una possibilità da dare a determinate aree di sviluppo tecnico».
Il manager ha poi denunciato le difficoltà nel reperire personale tecnico qualificato: «Noi abbiamo una difficoltà enorme, si parla tutti i giorni di lavoro, ma noi abbiamo una difficoltà enorme nell’assumere un operaio in tutte le parti d’Italia perché servono determinate caratteristiche tecniche. Non tutti oggi vogliono fare un mestiere tecnico». E ha aggiunto: «L’operaio non è più quello di una volta, lo vedete oggi tra l’altro grazie anche alla Fondazione Enel che ha sperimentato l’utilizzo di robot per la manutenzione, è un tecnico si può dire».
Presente alla presentazione anche il vicepremier e ministro degli Affari esteri, Antonio Tajani, che ha ribadito il valore strategico dell’iniziativa: «Dobbiamo evitare la fase recessiva ed innovare tramite la ricerca: vuol dire fare passi in avanti e la Fondazione Enel diventa uno strumento non secondario, anche di collegamento con le università». Tajani ha insistito sull’importanza di «favorire la rete della ricerca e dell’innovazione, di cui abbiamo bisogno. Una rete che sia anche europea e mondiale».
Il vicepremier ha poi rimarcato la necessità di trattenere i giovani talenti nel nostro Paese: «Collegare università, ricerca e industria perché non possiamo permetterci di perdere giovani ricercatori, formati, perché l’industria non è in grado di assorbirli». La Fondazione, ha concluso, «è uno strumento fondamentale per la crescita del nostro Paese perché se vogliamo puntare su una politica che permetta all’Italia e all’Ue di compiere passi in avanti non possiamo non puntare sulla crescita».
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