SALUTE, menti e social media. È allarme doomscrolling


13 luglio 2025 – Un nuovo tassello alla lotta contro il doomscrolling è stato aggiunto e conduce a un gruppo di ricercatori italiani coordinati dal professor Renato Pisanti e dal dottor Paolo Soraci dell’Unicusano. Con la pubblicazione dello studio sulla rivista “Current Psychology” è stato presentato per la prima volta in Italia uno strumento in grado di misurare un fenomeno dilagante che, in questa era di iperconnessione digitale, colpisce sempre più giovani.

ALLARME DOOMSCROLLING

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Il professor Pisanti, ordinario di Psicologia sociale della comunicazione, ha evidenziato al riguardo che «sta diventando sempre più frequente ricevere una notifica, per poi passare alla lettura di un commento o di un post sui social, e poi di un altro post e/o commento che ne portano un altro, e poi un altro e un altro ancora. Prima di rendersene conto passa del tempo, a volte anche ore, e inizia una spirale di auto percezioni negative e disfunzionali. Si prova ansia, disagio, fatica, tristezza e stress per l’eccessiva stimolazione di notizie». Ad avviso del dottor Soraci «il consumo compulsivo di notizie online, principalmente negative, è sempre più riconosciuto quale fattore di rischio per il benessere psicologico, arrivando a minare la salute mentale soprattutto delle persone più fragili».

I PIÙ FRAGILI SONO MAGGIORMENTE ESPOSTI AI RISCHI

Responsabili dello sviluppo di questo progetto sono i docenti e ricercatori Renato Pisanti, Paolo Soraci, Ettore D’Aleo e Lorenzo Campedelli del Dipartimento Epsicoform dell’Unicusano. Essi, assieme a un team internazionale di esperti, hanno validato la versione italiana della Doomscrolling Scale (DSS), uno strumento psicometrico che consente di identificare e misurare in modo affidabile l’abitudine al doomscrolling tra gli adulti italiani. Il lavoro scientifico dimostra che questa abitudine non è affatto innocua: i dati raccolti rivelano forti associazioni tra il doomscrolling e livelli elevati di stress, ansia, depressione, insoddisfazione per la vita e uso problematico dei social. Nella casistica presa in esame, gli studiosi hanno verificato come, in media, ogni persona trascorresse poco meno di tre ore del suo tempo sui social e come all’aumentare dell’età diminuisse il fenomeno.

LO STUDIO DI UNICUSANO

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Lo studio dell’Unicusano si pone quale utile strumento per psicologi, medici e ricercatori per valutare l’impatto del comportamento digitale sulla salute mentale e pianificare interventi di prevenzione e trattamento, oltre a iniziative di salute pubblica e alfabetizzazione digitale. Il lavoro dei ricercatori ha riguardato l’intero disegno metodologico dello studio, dalla validazione psicometrica alla definizione dei parametri clinici, fino all’analisi delle implicazioni per la salute mentale. L’importanza di questa ricerca risiede anche nel suo potenziale impatto pratico: la scala ora validata potrà essere utilizzata da psicologi, medici e operatori della salute mentale per diagnosticare con maggiore precisione l’impatto psicologico del consumo digitale eccessivo di notizie negative e per sviluppare interventi terapeutici e campagne di prevenzione mirate.



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