Secondo il partito, la soppressione degli incentivi genera incertezza. “Le conseguenze peseranno da un lato sulle aziende ticinesi, e dall’altro sulle famiglie e sui cittadini”.
È un “forte disappunto” quello
espresso dai Verdi Liberali Ticino per la decisione del
Consiglio di Stato di abrogare con effetto immediato l’articolo 9 del Decreto
esecutivo sugli incentivi per la decarbonizzazione, che prevedeva un sostegno
concreto alla costruzione di edifici nuovi secondo gli standard Minergie P e A.
“Si tratta di una scelta inaspettata, a sorpresa, e che non può non lasciare
perplessi”, scrive il partito in una nota stampa. “La sua fulminea entrata in
vigore il 1° luglio, senza alcun coinvolgimento del Gran Consiglio, rischia di
minare seriamente la politica climatica cantonale nel percorso di transizione
energetica”. Le conseguenze “peseranno da un lato sulle aziende ticinesi, e
dall’altro sulle famiglie e sui cittadini che avevano iniziato a pianificare la
propria abitazione tenendo conto di questi sussidi”.
La
soppressione degli incentivi – si legge ancora – “è preoccupante per l’incertezza che crea e diffonde: incertezza
per le imprese specializzate in costruzioni sostenibili, incertezza per i
cittadini che si sono trovati in poco tempo con delle tempistiche ben più
ristrette per richiedere sostegno finanziario per scelte sostenibili, e incertezza per i
Comuni che avevano adottato misure di promozione in linea con gli obiettivi
climatici cantonali”.
Il
partito esprime altresì perplessità “per le modalità con cui è stata comunicata
la decisione dell’Esecutivo; annunciata soltanto il 27 giugno, ma con effetto
già dal 1° luglio, essa ha lasciato una finestra temporale estremamente
ristretta per permettere domande di sostegno prima dell’abrogazione effettiva”.
Seppur formalmente nei limiti di legge, “tale tempistica appare quantomeno
discutibile e di difficile giustificazione, quasi volta ad assicurare meno
richieste di contributi”. I Verdi
Liberali ticinesi chiedono dunque al Consiglio di Stato di rivedere con urgenza
la decisione, di valutare soluzioni alternative (come l’introduzione di tetti
massimi per edificio o la riduzione proporzionale del contributo), e di
rispettare il ruolo del Gran Consiglio nelle scelte strategiche in materia
climatica.
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