La Regione Umbria ha varato una nuova legge che punta a un futuro energetico completamente sostenibile, promuovendo tecnologie avanzate di accumulo come l’idroelettrico a pompaggio, l’accumulo gravitazionale e l’idrogeno verde. Il provvedimento definisce chiaramente le aree dove potranno essere realizzati impianti di energie rinnovabili e quelle in cui sarà vietato costruirli, con l’obiettivo di proteggere il paesaggio e l’identità culturale del territorio.
L’assessore all’energia Thomas De Luca ha spiegato che il testo finale nasce da un ampio percorso partecipativo che ha coinvolto cittadini, amministratori, tecnici e imprese attraverso quasi cento incontri e sei plenarie. “Realizzare impianti nelle zone idonee sarà semplice e veloce, mentre i progetti in aree non adatte avranno pochissime possibilità di approvazione, scoraggiando investimenti fuori luogo”, ha aggiunto.
La legge mira a raggiungere entro il 2050 l’obiettivo delle zero emissioni nette e l’autonomia energetica regionale, promuovendo un modello di sviluppo che coniuga sostenibilità ambientale, equità sociale ed economia responsabile.
De Luca ha denunciato la pressione continua di grandi progetti eolici e fotovoltaici in zone non idonee, troppo impattanti per il territorio umbro, mentre le iniziative di comunità energetiche e imprese locali sono bloccate da una “moratoria fantasma” che penalizza l’economia regionale. L’auspicio è che l’iter legislativo si concluda entro l’estate per rafforzare l’impegno verso un futuro energetico davvero sostenibile.
La legge favorisce impianti di piccole e medie dimensioni, distribuiti vicino ai luoghi di consumo, riconoscendo un ruolo centrale alle comunità energetiche rinnovabili e promuovendo l’autoproduzione per combattere la povertà energetica. Sono state individuate come aree idonee superfici già antropizzate o compromesse, come tetti, parcheggi, siti dismessi o infrastrutture esistenti, dove l’iter autorizzativo sarà più rapido e il parere paesaggistico non vincolante.
Particolare attenzione è riservata all’agrivoltaico, con regole precise per tutelare la biodiversità e valorizzare il patrimonio culturale locale, incentivando pratiche agricole sostenibili.
Infine, la legge impone standard rigorosi per limitare gli impatti ambientali, assicura una distribuzione equa degli impianti sul territorio e prevede garanzie finanziarie per la dismissione, oltre a un programma di compensazioni ambientali e territoriali a carico dei proponenti, con risorse destinate a comuni e comunità energetiche.
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