investimenti e Iban nel mirino


Revolut nel mirino dell’Antitrust per pratiche commerciali scorrette. L’Autorità garante del mercato ha aperto un’istruttoria su alcune società del colosso di servizi di pagamento e finanziari tramite app. Il gruppo avrebbe adottato nei confronti degli utenti italiani modalità aggressive sulla gestione dei conti e avrebbe diffuso informazioni ingannevoli sugli investimenti.

L’azienda ha negato le contestazioni, assicurando piena collaborazione per gli accertamenti dell’Agcm.

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L’istruttoria dell’Antitrust

L’Autorità ha comunicato l’avvio dell’istruttoria in seguito alle ispezioni all’interno della sede italiana di Revolut Bank UAB da parte dei funzionari dell’Agcm, con l’ausilio del Nucleo Speciale Antitrust della Guardia di Finanza.

Da quanto emerso dalle prime verifiche, il Garante ha ritenuto necessario procedere con approfondimenti sulle pratiche commerciali in Italia da parte di tre società del gruppo Revolut Group Holdings Ltd, Revolut Bank UAB e Revolut Securities Europe UAB.

Le indagini stanno riguardando sia i servizi di investimento, che il colosso avrebbe promosso tra i propri clienti attraverso messaggi ingannevoli, sia pratiche aggressive sulla parte bancaria, in relazione alla chiusura dei conti e ai requisiti per ottenere l’Iban italiano.

Attraverso una nota, Revolut ha risposto alla notizia dell’apertura dell’istruttoria:

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“Prendiamo molto seriamente l’indagine dell’Agcm. Abbiamo fornito e continueremo a fornire la nostra piena collaborazione all’Autorità. Trattandosi di un procedimento in corso, al momento non possiamo fornire dettagli specifici. Revolut rimane pienamente impegnata a mantenere i più elevati standard di conformità e tutela dei clienti in Italia e in tutto il mondo”.

Le pratiche aggressive sui conti

Da una parte l’Antitrust contesta al gruppo di non aver fornito o dato informazioni vaghe sulle condizioni e le modalità di sospensione, limitazione e blocco del conto, adottando con gli utenti procedure aggressive di interruzione temporanea o chiusura del servizio, senza preavviso né opportune comunicazioni o assistenza.

Azioni che avrebbero reso impossibile anche per lunghi periodi ai clienti di usufruire dei propri conti, in violazione dei diritti stabiliti da contratto.

Inoltre, la banca digitale non avrebbe comunicato in modo chiaro ed esaustivo i criteri di passaggio dall’Iban lituano, con iniziali LT, all’Iban con iniziali IT, una possibilità introdotta dopo lo sbarco di Revolut in Italia grazie all’apertura di una succursale autorizzata ad operare nel nostro Paese.

I messaggi ingannevoli sugli investimenti

Sul fronte investimenti, l’Autorità garante per il commercio e il mercato imputa a Revolut l’utilizzo di messaggi ingannevoli su assenza di commissione e il pagamento di costi ulteriori, attraverso i quali avrebbe fatto promozione tra i propri clienti.

La Fintech non avrebbe spiegato agli utenti le limitazioni sugli investimenti senza commissione e avrebbe omesso come le operazioni a commissioni zero prevedano azioni frazionate e non intere, con differenze significative in particolare sul diritto di voto riconosciuto all’azionista e sulla trasferibilità

Infine, la società non avrebbe dato informazioni sufficienti anche sugli investimenti in criptovalute, di per sé altamente rischiosi: la banca digitale non avrebbe chiarito che non è possibile modificare nel corso dell’operazioni le impostazioni di stop-loss e take-profit, strumenti che consentono di gestire il proprio rischio.





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