Pisa, 10 luglio 2025 – Domani, venerdì 11 luglio, alle 17 al Centro Congressi “Le Benedettine” a Pisa, si terrà una conferenza aperta al pubblico dal titolo “Post-Growth Entrepreneurship”, che vedrà protagonista Melanie Rieback, informatica statunitense, ethical hacker e co-fondatrice (nonché CEO) di Radically Open Security, un’azienda di sicurezza informatica tra le prime in Europa ad adottare un modello (quasi) non profit. L’incontro sarà introdotto dal professor Giuseppe D’Onza, in rappresentanza del rettore dell’Università di Pisa, e fa parte del programma della summer school internazionale “Leveraging Ecological Economics to Advance the Sustainability Transition”, organizzata dal professor Tommaso Luzzati. L’iniziativa si svolge in collaborazione con il corso di laurea in Management for Business and Economics (MBE) del Dipartimento di Economia e Management dell’Ateneo pisano. Melanie Rieback, originaria dell’Ohio e residente nei Paesi Bassi, è conosciuta a livello internazionale per il suo approccio innovativo all’impresa tecnologica e sociale. Come ethical hacker, ha lavorato per anni nel settore della cybersecurity, contribuendo a divulgare una visione etica e trasparente della sicurezza digitale. Con la sua organizzazione Radically Open Security, promuove una cultura aziendale basata su trasparenza, cooperazione e sostenibilità economica, lontana dai canoni tradizionali del capitalismo di rischio. Al centro della conferenza ci sarà il concetto di Post-Growth Entrepreneurship (PGE), un modello imprenditoriale che rompe con la logica della crescita a tutti i costi. In contrasto con il paradigma dominante della Silicon Valley, dove le start-up vengono spesso spinte verso una crescita rapida e artificiale per attrarre investitori e poi vendute o abbandonate, Rieback propone un’alternativa: imprese capaci di durare nel tempo, fondate su principi etici e orientate al bene comune, piuttosto che al profitto immediato. Parallelamente alla sua attività in Radically Open Security, Rieback è anche fondatrice del programma Nonprofit Ventures, un incubatore dedicato a supportare start-up che intendano sperimentare forme giuridiche ibride o non profit, orientate a ridurre le disuguaglianze e l’impatto ambientale. In questo modo, il suo lavoro si propone di tradurre in pratica i principi dell’economia post-crescita, sviluppati negli ultimi anni da studiosi come Tim Jackson, Kate Raworth e altri economisti eterodossi. La sua visione, tanto radicale quanto concreta, offre uno spunto prezioso per ripensare i modelli di impresa e sviluppo nel pieno di una transizione ecologica e sociale ormai ineludibile. L’appuntamento dell’11 luglio sarà dunque un’occasione importante per riflettere sul futuro dell’economia, dell’imprenditoria e, più in generale, sul ruolo che l’università può giocare nel promuovere nuovi paradigmi.
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