accordi per 10 miliardi e ruolo chiave dell’Italia nella ricostruzione


La guerra in Ucraina ha lasciato dietro di sé una scia di danni che richiederà tempo e risorse per essere riparata. In questo contesto, la conferenza internazionale per la ripresa del paese punta a raccogliere fondi e stringere intese per sostenere la ricostruzione e la ripresa economica. Il modello su cui si basa questa iniziativa richiama il piano Marshall, che dopo la seconda guerra mondiale contribuì a ricostruire l’Europa. In questa arena diplomatica e commerciale, l’Italia si è posizionata in prima linea, sia con accordi di cooperazione sia con l’impegno diretto in progetti culturali e infrastrutturali nella regione di Odessa.

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Il piano di investimenti da 10 miliardi di euro per la ricostruzione

Alla conferenza sono stati siglati circa duecento accordi, quaranta dei quali hanno visto protagoniste aziende e istituzioni italiane. Gli accordi, che coinvolgono vari settori strategici come la difesa, il gas naturale liquefatto e il sostegno all’export, raggiungono un valore complessivo stimato intorno ai 10 miliardi di euro. Il fulcro di questo sforzo è rappresentato dall’“European Flagship Fund for the Reconstruction of Ukraine”, un fondo annunciato da Ursula von der Leyen e sostenuto da istituzioni europee e governi di Francia, Germania, Italia e Polonia. Quest’ultimo nasce come il più grande fondo azionario al mondo dedicato alla ricostruzione post-conflitto, con la Bei a svolgere un ruolo centrale nella sua gestione. “Obiettivo principale del fondo è rilasciare garanzie e sovvenzioni per sbloccare investimenti a seguire, rafforzando la capacità finanziaria necessaria per la ricostruzione di infrastrutture e servizi essenziali in Ucraina.”

L’impegno italiano nella regione di odessa e la tutela del patrimonio culturale

Tra le iniziative italiane più concrete spicca il ruolo assunto nel restauro e nella valorizzazione del patrimonio culturale di Odessa. L’Italia ha preso il patronato sulla città e ha promesso di restaurare edifici chiave come la cattedrale della Trasfigurazione, la filarmonica e il museo delle belle arti. In parallelo, è stato firmato un accordo per sviluppare un progetto destinato a migliorare l’uso delle risorse idriche nella regione, un aspetto fondamentale vista la necessità di garantire servizi essenziali e sostenibilità ambientale. Un’altra intesa coinvolge Kiev, l’Italia e la Banca di sviluppo del Consiglio d’Europa per sostenere il progetto “Home”, che punta a creare un sistema di indennizzo per i proprietari di case compromesse dalla guerra. Questi interventi mostrano come l’Italia abbia puntato a un approccio che unisce tutela culturale, servizi pubblici e sostegno alla popolazione civile.

La cooperazione tra industrie della difesa e la sicurezza cibernetica

La sicurezza resta una priorità da affrontare anche sul piano tecnologico e industriale. Nei giorni della conferenza, è stata siglata una dichiarazione di intenti sulla sicurezza cibernetica in Ucraina. Il presidente del consiglio, Giorgia Meloni, ha sottolineato i colloqui avuti con Volodymyr Zelensky incentrati sulla collaborazione tra le industrie della difesa dei due paesi. Un esempio pratico di questa cooperazione è il memorandum firmato da Leonardo, Enav e Ukrainian State Air Traffic Services Enterprise per il ripristino e il potenziamento delle infrastrutture di navigazione aerea civile nella capitale ucraina. Questo progetto mira a rinforzare i sistemi di controllo del traffico aereo, fondamentali per garantire la sicurezza e la regolarità dei voli; un elemento che riguarda anche la gestione delle emergenze e la normalizzazione delle attività civili in una città che ha vissuto il conflitto da vicino.

Il progetto di integrazione dei mercati del gas tra italia e ucraina

Nell’ambito dell’energia, una parte rilevante del protocollo di intesa riguarda il gas naturale liquefatto, indispensabile per la tenuta economica e lo sviluppo post-bellico dell’Ucraina. La società italiana Snam ha stretto un accordo con l’operatore ucraino del sistema di trasmissione del gas per concentrare gli sforzi sulla sinergia tra i due mercati. Questo facilita l’approvvigionamento e la distribuzione del gas, assicurando una maggiore affidabilità delle forniture. Il ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti ha reso noto l’intenzione del ministero di partecipare a un accordo di 50 milioni di euro per acquistare beni e servizi essenziali alla ricostruzione, e di versare 100 milioni di euro al programma Economic Resilience Action della Banca mondiale, a supporto dell’economia ucraina. Questi investimenti aiutano a costruire basi solide per la ripresa energetica e finanziaria del paese.

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Strumenti per sostenere le imprese italiane in ucraina

A fianco degli interventi pubblici, sono stati attivati strumenti finanziari che favoriscono la presenza delle aziende italiane nel processo di ricostruzione. Simest ha messo a disposizione un plafond di 300 milioni di euro per il credito alle esportazioni, parte del fondo dedicato della Farnesina. Cdp, Sace e Simest hanno firmato con il ministero dell’economia ucraino un memorandum per supportare lo sviluppo economico di Kiev attraverso cooperazioni concrete. La Cooperazione Italiana ha aumentato le sue risorse complessive a 150 milioni di euro, dedicate a progetti che riguardano energia, infrastrutture vitali, sanità, riabilitazione abitativa dei soggetti più fragili, sviluppo delle zone rurali e attività di sminamento. Sul fronte finanziario, Sace ha sottoscritto intese con il Fondo europeo per gli investimenti nell’ambito dell’InvestEU Export Credit Pilot Initiative per agevolare l’export delle imprese italiane verso l’Ucraina, garantendo supporto con garanzie e controgaranzie. Un’altro memorandum con Ukreximbank si concentra sullo sviluppo di settori specifici come agroindustria, meccanica avanzata, chimica e trasporti, generando nuove opportunità di business e ricostruzione.





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