Presentato il Rapporto annuale della Banca d’Italia sull’economia siciliana


Crescita dell’1,3% nel 2024, in ascesa settore edilizio, turismo e start up innovative. Focus sui dati più rilevanti al dipartimento di Economia e Impresa dell’Università di Catania

Nel 2024 l’economia siciliana ha mostrato una crescita dell’1,3%, superiore alla media nazionale, ma con un rallentamento rispetto all’anno precedente e ancora distante dai livelli pre-crisi 2008. L’industria dell’Isola ha beneficiato di investimenti e innovazione, mentre l’agricoltura ha sofferto gli effetti della siccità. Il settore edilizio è cresciuto, trainato da opere pubbliche, e il terziario, in particolare il turismo, ha registrato un buon andamento.

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L’occupazione è aumentata, con una riduzione del tasso di disoccupazione, seppur ancora elevato. Le famiglie hanno visto crescere il reddito reale (+1,8%) e i consumi, sostenuti da un mercato del lavoro in miglioramento. Tuttavia, il credito alle imprese si è ulteriormente contratto e la rischiosità del settore è cresciuta. Le start-up innovative, concentrate nei servizi digitali e nella R&S, restano una leva interessante, così come la specializzazione nei brevetti farmaceutici. La redditività delle imprese è migliorata, ma il costo del credito resta più alto rispetto alla media nazionale.

Sono questi alcuni degli aspetti più rilevanti evidenziati dal rapporto della Banca d’Italia su Economie Regionali – L’economia della Sicilia presentato lunedì scorso nell’aula magna del dipartimento di Economia e Impresa dell’Università di Catania, a Palazzo delle Scienze. L’evento, moderato dal prof. Sebastiano Mazzù, docente di Economia degli Intermediari finanziari, si è aperto con i saluti istituzionali del direttore del Dei, prof. Roberto Cellini, e del responsabile della Filiale di Catania, dott. Pietro Di Lorenzo

La discussione è poi proseguita con gli interventi del dott. Franz Di Bella (Confindustria Catania), del prof. Paolo La Greca (vice sindaco di Catania), della dott.ssa Milena Caldarella (direttrice della sede di Palermo della Banca d’Italia), e dei referenti della Divisione Analisi e Ricerca economica territoriale della sede di Palermo Giuseppe Saporito, Cristina Demma e Patrizia Passiglia.

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Il tavolo dei relatori

L’iniziativa si inserisce nel quadro delle attività di monitoraggio e approfondimento economico territoriale che la Banca d’Italia svolge con regolarità, al fine di restituire un’analisi puntuale e documentata sull’andamento dell’economia regionale. Un’occasione importante, quindi, per accademici, amministratori pubblici, rappresentanti del mondo produttivo, studenti e cittadini interessati, per confrontarsi sui più recenti dati economici relativi alla Sicilia e sui possibili scenari futuri, con un occhio di riguardo verso i principali dati e tendenze che caratterizzano l’economia siciliana: dalla dinamica della produzione e dell’occupazione alla competitività del sistema imprenditoriale, dagli investimenti alle condizioni del credito, dal punto di vista complementare su politiche urbane, sviluppo economico locale e sinergie tra mondo accademico, pubblico e produttivo.

Il quadro restituito dal rapporto della Banca d’Italia è nel complesso positivo, ma segnato da persistenti fragilità strutturali su più fronti: innovazione, export, produttività e infrastrutture. Le opportunità legate alla transizione verde e digitale, se colte con politiche mirate e sinergie pubblico-private, possono rappresentare un volano decisivo per una crescita strutturale più solida.

Agricoltura e industria hanno mostrato andamenti contrastanti: la prima è stata penalizzata dalla prolungata siccità, con ricadute rilevanti sui comparti cerealicolo e arboricolo. L’industria ha invece mantenuto una congiuntura favorevole, con crescita delle ore lavorate e investimenti sostenuti, orientati anche verso l’innovazione tecnologica e l’efficienza energetica. Il commercio estero ha segnato un calo, soprattutto per effetto della contrazione delle esportazioni petrolifere.

Il settore edilizio ha proseguito il proprio sviluppo, trainato dalle opere pubbliche, sebbene con un ritmo rallentato. Il terziario, in particolare il turismo e i trasporti aerei, ha beneficiato della domanda internazionale. Sul fronte occupazionale, la Sicilia ha registrato un’espansione più marcata rispetto al resto del Paese, con una decisa riduzione del tasso di disoccupazione – pur ancora elevato rispetto alla media nazionale.

Un momento dell'incontro

Un momento dell’incontro

Le famiglie hanno visto crescere il proprio reddito disponibile in termini reali, sostenuto sia dal buon andamento del mercato del lavoro che dalla dinamica moderata dei prezzi al consumo. Anche i consumi interni sono aumentati, in misura superiore alla media italiana. Nel settore creditizio, i prestiti alle famiglie hanno continuato a crescere, in particolare quelli al consumo, mentre i mutui per l’acquisto di abitazioni hanno mostrato una ripresa dopo il calo dell’anno precedente. Diversamente, i finanziamenti al comparto produttivo privato si sono ulteriormente contratti, e la rischiosità del credito è leggermente aumentata, soprattutto nei servizi.

Dilazione debiti

Saldo e stralcio

 

Il tessuto imprenditoriale dell’isola mostra segnali di lieve rallentamento, atteso che nel 2024 il tasso di natalità netta delle imprese è diminuito, influenzato principalmente dal tasso di resilienza (basso) delle ditte individuali.

Tra il 2012 e il 2024 si sono registrate 1.251 start-up innovative iscritte nella sezione speciale del registro imprese, con una concentrazione nelle province di Catania, Messina e Palermo. Queste giovani realtà imprenditoriali operano prevalentemente nei servizi digitali e nella ricerca e sviluppo, beneficiando anche del contributo degli atenei siciliani. Interessante il dato relativo alla specializzazione farmaceutica delle domande di brevetto, che rappresenta una peculiarità della regione rispetto al resto del Paese.

Il Rapporto evidenzia inoltre che, dall’indagine Invind del 2024, quattro aziende su cinque hanno chiuso l’esercizio in utile, con una tenuta solida in particolare nei servizi. La redditività operativa delle società di capitali è migliorata nel 2023 e il leverage finanziario complessivo è diminuito, segno di un rafforzamento patrimoniale. Tuttavia, la contrazione del credito al settore produttivo si è accentuata nel corso dell’anno, in un contesto in cui le imprese si sono maggiormente affidate all’autofinanziamento. Il costo dei finanziamenti ha iniziato a diminuire, trainato dall’allentamento della politica monetaria, ma in Sicilia persiste un divario sfavorevole rispetto alla media italiana.

Infine, l’indicatore del reddito lordo disponibile delle famiglie siciliane è salito del 3,2%, mentre il reddito reale ha segnato un incremento dell’1,8%. Il valore della ricchezza netta familiare è salito anche per effetto dei titoli detenuti in portafoglio che hanno beneficiato del positivo andamento dei mercati finanziari; rimane comunque una rilevante distanza dalla media nazionale.



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