intervista a Enrico Giovannini, direttore scientifico ASvis


Uno degli elementi emersi durante il lancio è la necessità di misurare l’impatto delle scelte per orientare davvero il cambiamento. Quali strumenti o indicatori ritiene fondamentali per capire se stiamo andando nella giusta direzione?

 

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La misurazione dell’impatto è un passaggio fondamentale, in primo luogo per migliorarsi e avvicinarsi all’obiettivo, e poi come motore di una vera e propria trasformazione culturale che va ben al di là dell’esercizio di compliance. In un mondo sempre più interconnesso, è anche un fattore fondamentale di trasparenza, necessario per costruire fiducia attorno a sé, credibilità e una relazione vera con i cittadini o, nel caso delle aziende, con tutti gli stakeholder lungo la catena di valore.

Negli ultimi anni sono stati fatti enormi progressi in termini di rendicontazione, sia a livello tecnico, che politico e culturale, rispetto all’impatto dei comportamenti sulle diverse dimensioni dello sviluppo sostenibile. Le imprese sono chiamate oggi, grazie alle Direttive europee, a fare un salto di qualità decisivo in termini di rendicontazione della sostenibilità delle loro attività. Al di là delle necessarie semplificazioni, rendicontare su questi temi è ormai un fattore di competitività e di reputazione.

Anche i governi devono essere in grado di misurare l’impatto delle proprie politiche in modo più rilevante e completo rispetto alla complessità delle nostre società, andando “oltre il PIL” e misurando le diverse dimensioni della qualità della vita. In Italia, abbiamo l’esperienza notevole degli indicatori del Benessere Equo e Sostenibile (BES), anche se l’attenzione che l’opinione pubblica dedica alla relazione che ogni anno il governo fa sull’impatto della Legge di Bilancio su di essi è molto limitato. 

Ho avuto l’onore di essere stato recentemente nominato dal Segretario Generale dell’ONU in una Commissione internazionale che si occupa proprio di questi temi, per raccomandare ai diversi Paesi di mondo come procedere in questa direzione nei prossimi anni. Segnalo che, in Italia, c’è una grande occasione: si tratta del disegno di legge appena approvato al Senato sulla Valutazione di Impatto Generazionale (VIG), un tema proposto dall’ASviS al governo negli ultimi due anni e profondamente connesso alla sostenibilità. Capire che effetto ha ogni politica sulle generazioni giovani e future potrebbe essere un elemento determinante per il miglioramento delle decisioni politiche, proprio nell’ottica del lungo-termine.

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