2 min
Presentato l’outlook della società di gestione per il prossimo semestre: più Europa, più diversificazione (sia settoriale che geografica), bene i corporate bond. Consigliati gli investimenti alternativi
L’idea è che sia tutto legato a doppia mandata alle aspettative. Ci sono le cifre scioccanti dei dazi (sebbene in parte ritrattate), c’è il One Big Beautiful Bill (appena approvato) che aggiunge ulteriore debito a una condizione fiscale americana già preoccupante, ci sono famiglie e imprese in una situazione di attesa mentre i mercati potrebbero perfino sottostimare gli impatti inflazionistici. Ma c’è anche una globalizzazione che cambia, che si frammezza in blocchi, laddove ad esempio la Cina sta reindirizzando le proprie esportazioni verso altri mercati. Insomma, “emerge in maniera chiara ancora un contesto di grande incertezza che ha già prodotto effetti importanti a livello economico”, spiega Maria Paola Toschi, global market strategist di JP Morgan AM, presentando alla stampa le idee di mercato per il secondo semestre 2025. “I dazi restano l’elemento di impatto più forte da inizio anno per i mercati: pur essendo lontano dagli annunci del Liberation Day, il livello delle tariffe effettive è ancora molto elevato, soprattutto confrontato con i livelli di prima e con i trend degli ultimi decenni, in cui le politiche commerciali sono state ampiamente abbandonate in favore di un contesto liberista”, continua l’esperta. Inoltre, “il One Big Beautiful Bill potrebbe aggiungere 3 mila miliardi di deficit Usa, che è già elevato”. In questo scenario, “le tariffe sono lo strumento per fronteggiare una nuova fase di politica economica e fiscale espansiva, che potrebbe aprire la strada a un contesto di aspettative di spesa pubblica consistente. Dalle tariffe, infatti, si stima un consistente contributo per finanziare questo nuovo debito”.
Europa in ripartenza
Da questa parte dell’Atlantico, invece, si registrano cambiamenti importanti, che potrebbero far ben sperare anche nel corso del prossimo anno. L’Unione europea “parte da livelli crescita storicamente contenuti, ma potrebbe chiudere il gap nei confronti degli Usa: il trend di recupero potrebbe, infatti, proseguire nei prossimi anni, anche per gli investimenti”, continua Toschi. “Gli Usa resteranno comunque centrali, in particolare per via di alcune aziende leader, ma l’Europa è tornata a catturare l’attenzione degli investitori per le valutazioni interessanti”. Ma non bastano solo queste. Per l’esperta ci sono anche altri catalizzatori. “C’è una ripartenza europea sia dal punto di vista strutturale che congiunturale”.
📰 Leggi anche “Duration e alternativi: la ricetta per il secondo semestre“
Politiche monetarie divergenti
Per quanto riguarda la Bce, “potrebbe esserci spazio per nuovi tagli ai tassi d’interesse prima della fine anno”, continua Maria Paola Toschi, mentre sulla Fe, benché la casa di gestione avesse immaginato due tagli adesso si dice meno generosa: “siamo più cauti e ne prevediamo uno solo, per effetto dell’incertezza diffusa”. Anche perché “dover rivedere spesso il programma di taglio dei tassi ha portato grande volatilità sui mercati”. Il ritorno al protezionismo “potrebbe innescare un rallentamento dell’economia Usa (ma anche globale) e un rischio di ritorno dell’inflazione. I dati restano comunque ancora solidi”. In questo scenario, beni e servizi hanno mostrato andamenti molto diversi: la componente dei servizi è scesa molto più lentamente, quella dei beni molto più rapida. “È tutto legato alle aspettative, come sottolinea la Fed, che continua a mantenere approccio fortemente attendista”.
Dove investire
Per il secondo semestre dell’anno il consiglio è unanime: adottare strategie azionarie di diversificazione regionale e di ricerca di income. “Bisogna andare al di là degli Stati Uniti”, chiarisce l’esperta, aggiungendo come il tema del tech americano abbiano lasciato il posto ad una ricerca più ampia sia a livello settoriale che geografico. “Assistiamo ad una vera e propria rotazione degli investimenti. La nostra posizione si è fatta più neutrale sugli Stati Uniti mentre siamo positivi sull’Europa e sull’area emergente, con le determinate cautele. Il Giappone ci piace ma siamo preoccupati per la sua politica monetaria”.
📰 Leggi anche “Equity UE e real asset. Così UBS per navigare l’incertezza“
Sul fronte obbligazionario il mercato dei treasury è stato penalizzato dalle cattive notizie sul debito. I mercati sono statio volatili ma i tassi sono rimasti in un range per due anni. Nel corso di questa volatilità, non bisogna perdere di vista il ruolo difensivo che le obbligazioni possono svolgere qualora l’attenzione dei mercati torni a concentrarsi sul rischio di recessione. Per l’esperta una nota di merito riguarda la componente corporate, sia high yield che investment grade. “Alla luce delle valutazioni ristrette e dell’equilibrio dei rischi macroeconomici, preferiamo concentrarci sul credito di alta qualità”, dice.
Un occhio di riguardo, poi, è rivolto anche ai cosiddetti alternativi reali. “Uno dei rischi che merita particolare attenzione è un nuovo balzo dell’inflazione. L’aumento dei dazi e delle barriere commerciali rappresenta un classico shock negativo dal lato dell’offerta. Al contempo, la politica fiscale sta assumendo un tono più espansivo”, spiega Maria Paola Toschi. “Se c’è qualcosa che abbiamo imparato durante lo shock inflattivo del 2022 è che molti dei rifugi più efficaci in questi casi sono legati agli attivi reali core, come infrastrutture, trasporti, materie prime”.
De-dollarizzazione? Impossibile
La disaffezione relativa verso le politiche di Trump, non significa che gli Stati Uniti perderanno la loro centralità nel mercato. E questo vale anche quando si parla di dollaro. “Il riposizionamento dei flussi e il possibile calo della fiducia nella leadership americana può determinare una continuazione della fase di debolezza del dollaro. Tuttavia, continuerà a essere forte nella determinazione dei portafogli: non siamo a un processo di de-dollarizzazione. Il dollaro è ancora di gran lunga la prima valuta, anche per gli scambi globali, anche perché i tentativi di spodestarlo restano risicati”, ribadisce la global market strategist di JP Morgan.
Vuoi ricevere ogni mattina le notizie di FocusRisparmio? Iscriviti alla newsletter
Registrati sul sito, entra nell’area riservata e richiedila selezionando la voce “Voglio ricevere la newsletter” nella sezione “I MIEI SERVIZI”.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link