Dal Blocco Economico alla Ripresa – Il Venezuela Racconta la Sua Resilienza a Roma

DiAdessonews

Lug 6, 2025 #“Alien Enemies Act”, #«Dal blocco economico alla ripresa», #«Solo il popolo può salvare il popolo» è il motto della rivoluzione, #214° Anniversario della Dichiarazione di Indipendenza del Venezuela, #alla, #Ambasciatore del Venezuela presso la Santa Sede, #Ambasciatrice del Venezuela presso le Nazioni Unite, #America First, #autogoverno, #Banco dell'ALBA, #blocco, #Canada, #Cina e Cuba, #Comunas, #Consiglio di Sicurezza dell'ONU, #dal, #Direttore Generale della FAO, #economico, #Edgar Ernesto Gonzales, #Emergenza sanitaria, #Fondazione Simón Bolívar, #Franklin Zeltzer Valpica, #Gaza e Palestina, #Industria petrolifera, #Johander Pineda, #Legge antiblocco, #Libertador Simón Bolívar, #Lotta eroica del popolo venezuelano, #Maddalena celano, #Marilyn Di Luca Santaella, #Municipio VII del Comune di Roma, #OFAC (Office of Foreign Assets Control), #Osservatorio Venezolano Antiblocco, #Panama, #PATRIZIA BOI, #PDVSA, #Petrocaribe, #portavoce della Comuna “El Maizal”, #Presidente Nicolás Maduro, #Producción de Semillas Agámicas (CEBISA), #Progetto dei semi nello Stato di Mérida, #programma di ripresa economica 2018, #PROINPA (Productores Integrales del Páramo), #racconta, #Repubblica Bolivariana del Venezuela presso la Repubblica Italiana e presso gli organismi delle Nazioni Unite, #resilienza, #ripresa, #riserve alimentari, #roma, #RUSSIA, #S.E. Maria Elena Uzzo, #Saúl Osío, #sovranità alimentare e sviluppo scientifico-campesino, #sovranità sementiera, #stati uniti, #Stato di Mérida, #sua, #sussidio alimentare, #Svizzera e Regno Unito., #Teatro di Villa Lazzaroni, #unione europea, #Venezuela, #Viceministro dell’Economia delle Comunas, #viceministro delle Politiche Anti Blocco del Ministero del Potere Popolare dell'Economia e delle Finanze del Venezuela, #viceministro per le Politiche Antiblocco, #William Castillo, #Zahar Khalati
Dal Blocco Economico alla Ripresa – Il Venezuela Racconta la Sua Resilienza a Roma


Roma, Italia – 4 Luglio 2025 – Un appuntamento di grande risonanza si è tenuto venerdì 4 luglio alle ore 18:00 presso il Teatro di Villa Lazzaroni a Roma: l’incontro pubblico Dal blocco economico alla ripresa: Lotta eroica del popolo venezuelano”, organizzato dall’Ambasciata della Repubblica Bolivariana del Venezuela e patrocinato dal Municipio VII del Comune di Roma. L’evento ha visto la partecipazione del Viceministro delle Politiche Antiblocco, William Castillo, protagonista di un intervento che ha svelato la realtà di un Paese sotto assedio ma in piena fase di recupero.

La serata è stata introdotta da S.E. María Elena Uzzo, Ambasciatrice della Repubblica Bolivariana del Venezuela in Italia, che ha sottolineato l’importanza cruciale di informare l’opinione pubblica, sia italiana che internazionale, sulle devastanti conseguenze delle sanzioni unilaterali imposte al Venezuela e sulla straordinaria capacità di resilienza del suo popolo.

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L’Ambasciatrice ha seguito gli incontri della delegazione venezuelana insieme a S.E. Marilyn Di Luca Santaella, Ambasciatrice del Venezuela presso le Nazioni Unite  e all’Ambasciatore del Venezuela presso la Santa Sede, Franklin Zeltzer Valpica, entrambi presenti all’incontro. Oltre a Castillo, la delegazione governativa inviata da Caracas era composta dal Viceministro dell’Economia delle Comunas, Saúl Osío, e dal portavoce della Comuna “El Maizal”, Johander Pineda, testimoni diretti di un modello di sviluppo dal basso.

La Crudeltà del Blocco Economico – Un Attacco all’Umanità

Misure coercitive unilaterali imposte nel mondo

L’intervento del Viceministro Castillo ha offerto una panoramica chiara e toccante della guerra economica e del blocco internazionale che hanno segnato l’ultimo decennio venezuelano, contrapponendoli alla lotta eroica di resistenza e all’attuale ripresa.

Castillo ha denunciato senza mezzi termini la natura illegale e criminale delle misure coercitive unilaterali, definendole una flagrante violazione della Carta delle Nazioni Unite e del diritto internazionale pubblico. Ha ricordato che solo il Consiglio di Sicurezza dell’ONU ha la legittimità per imporre sanzioni, cosa non avvenuta nel caso del Venezuela. Ancora più grave, tali misure violano lo Statuto di Roma, che definisce il crimine di lesa umanità, arrivando a considerare “genocidio” la privazione dei beni di prima necessità.

Ha poi illustrato, con dati alla mano, come trenta Paesi nel mondo siano vittime di queste misure coercitive, una problematica che trascende il Venezuela e si configura come un problema globale imposto dai Paesi sanzionatori. Negli ultimi dieci anni, il Venezuela si è classificato tra i Paesi più sanzionati. Castillo ha evidenziato come le sanzioni, citando Barack Obama, mirino a “piegare il braccio” ai Paesi per ottenere un cambiamento di regime politico, obiettivo esplicitamente dichiarato da Stati Uniti e Unione Europea nei confronti del Venezuela.

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Attualmente, il Venezuela è sottoposto a misure coercitive unilaterali, la maggior parte imposte dagli Stati Uniti, ma anche da Canada, Panama, Unione Europea, Svizzera e Regno Unito. Il Viceministro ha mostrato come ben quattro amministrazioni statunitensi (Obama, Trump, Biden e di nuovo Trump) abbiano imposto tali misure, dimostrando che si tratta di una politica di Stato trasversale alle presidenze, volta a usare l’economia come strumento di coercizione.

10 anni di Blocco Economico

Le sanzioni dell’OFAC (Office of Foreign Assets Control) hanno colpito centinaia di cittadini venezuelani e stranieri, navi e aeromobili, posizionando il Venezuela ai primi posti mondiali per numero di persone, enti pubblici/imprese e navi sanzionate.

L’impatto economico è stato devastante, in particolare sull’industria petrolifera. La produzione petrolifera è diminuita dal 2015 al 2020 di quasi il 90% e le perdite della società petrolifera nazionale PDVSA dovute a misure coercitive unilaterali sono state drastiche, pari a 3.995 milioni di barili, costringendo la principale azienda petrolifera a vendere tramite sotterfugi per evitare sanzioni, con conseguente perdita di 232 miliardi di USD di entrate. Questo ha generato una profonda crisi del bilancio pubblico e un crollo degli introiti in valuta estera. Sebbene vi sia una ripresa, i livelli del periodo precedente alle sanzioni sono ancora lontani.

Misure Coercitive Unilaterali imposte dagli Stati Uniti

Castillo ha concluso questa parte del suo intervento mostrando le misure più recenti imposte dall’amministrazione Trump dal febbraio di quest’anno. Tra queste, il decreto “America First” ha proibito la vendita di tecnologie americane al Venezuela. Ancora più allarmante, l’invocazione dell’“Alien Enemies Act” a marzo che ha designato i cittadini venezuelani negli USA come potenziale minaccia, portando a detenzioni, separazioni familiari e incarcerazioni senza giusto processo o difesa, una gravissima violazione dei diritti umani. Inoltre, sono state imposte tariffe sulle importazioni di petrolio venezuelano e sui prodotti venezuelani negli Stati Uniti. L’obiettivo è chiaro: soffocare l’economia, negare le condizioni materiali di vita e provocare un collasso.

Impatti sul Venezuela

La Risposta del Venezuela – Recupero Economico e Resilienza Sociale

Nonostante la gravità del blocco, il Venezuela non è rimasto inerte. Nel 2018 il Presidente Nicolás Maduro ha lanciato un programma di ripresa economica 2018, agendo su macroeconomia, economia pubblica e reale, rafforzando progressivamente la ripresa. Un aspetto cruciale evidenziato è che, nonostante le restrizioni e la carenza di fondi, il Venezuela non ha mai abbandonato i suoi cittadini, mantenendo un modello sociale inclusivo e garantendo il sostegno statale.

Economia in crescita post pandemica

La produzione alimentare è stata posta al centro del recupero, come illustrato alla FAO. È stata introdotta una Legge antiblocco per attrarre investimenti, e tutti i settori della società sono stati chiamati a collaborare. Sorprendentemente, il programma ha iniziato a dare i suoi frutti dopo la pandemia. Prima del Covid il Venezuela era nel suo momento più critico, con gli Stati Uniti che impedivano la vendita di vaccini, medicine e persino mascherine. Nonostante ciò, il Venezuela è stato il terzo Paese al mondo con la migliore performance nel contrastare la pandemia. Grazie alla disciplina del popolo e all’aiuto di Paesi amici come Russia, Cina e Cuba, la popolazione è stata vaccinata gratuitamente, e in un Paese di trenta milioni di abitanti, si sono registrati solo settemila decessi in due anni. (N.d.R. Considerando che l’Italia ha una popolazione quasi doppia rispetto al Venezuela, i dati dell’OMS rispetto al biennio 2020/2021 parlano di 160.000 decessi).

L’economia ha iniziato a crescere ed è al suo quarto anno consecutivo di crescita, un risultato degli sforzi nazionali per recuperare la produzione alimentare, sostenuta da investimenti interni e dalle rimesse dei cittadini all’estero. Dati significativi mostrano che la carenza di approvvigionamento è stata sconfitta. Un sussidio alimentare viene consegnato a milioni di famiglie. Il deficit nutrizionale oggi si attesta al 4,6% per chi non assume calorie sufficienti.

Le riserve alimentari continuano a crescere

Cruciale è anche il dato sulle riserve alimentari: da soli tre giorni durante il blocco più acuto (di giorni nel 2017) si è arrivati oggi a 86 giorni, garantendo la sicurezza alimentare. Lo sforzo della produzione nazionale ha portato quasi tutti gli alimenti sussidiati a essere prodotti internamente, consolidando l’indipendenza alimentare. Le cifre sono eloquenti: il settore della agricoltura e allevamento è cresciuto del 4,99%, il settore avicolo del 12,9%, e il settore dell’acquacoltura è cresciuto del 5% (la pesca), del 43% (le coltivazioni acquatiche, come si può leggere più dettagliatamente nel grafico sottostante). Questa stabilità alimentare è la base per la ricostruzione economica.

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2025: il Venezuela garantisce il diritto all’alimentazione

Strategie di Resilienza e Partecipazione Popolare – La Forza delle Comunas

Il Viceministro ha illustrato le strategie adottate per superare il blocco, tra cui la creazione di zone economiche speciali, ispirate ai modelli di Cina e Russia, finalizzate allo sviluppo di nuove tecnologie e aziende di punta. Ha inoltre sottolineato l’importanza di promuovere associazioni tra imprese private straniere e venezuelane per aggirare le sanzioni, un modello esteso anche alle imprese comunali, che sono a proprietà sociale, ovvero di tutta la comuna.

Castillo ha poi evidenziato la partecipazione del popolo venezuelano in questo processo attraverso il modello della democrazia e dell’economia comunale. Le Comunas sono organizzazioni sociali spontanee che agiscono sul territorio, a cui lo Stato trasferisce risorse e potere per la realizzazione di progetti. Ha menzionato la presenza a Roma del Viceministro dell’Economia delle Comunas e di un “comunero” della Comuna “El Maizal” che ha dialogato con il Direttore Generale della FAO, spiegando come il popolo venezuelano si organizzi per produrre non per profitto, ma per rispondere alle necessità del vicino e della comunità.

«Il Venezuela sta vivendo una rivoluzione dalle basi del popolo venezuelano, una rivoluzione che non è più diretta dallo Stato, ma organizzata dal popolo dal basso» ha affermato Castillo. Ha spiegato che il Presidente Maduro ha stabilito che le risorse statali per le comunità debbano essere assegnate tramite elezioni di progetti all’interno delle Comunas, che si svolgono quattro volte l’anno. Queste risorse, quando amministrate direttamente dalle Comunas, mostrano un rendimento maggiore rispetto alla gestione statale. Tale processo economico è affiancato da un processo di partecipazione sociale sancito dalla Costituzione, una forma di Autogoverno come nella Comuna “El Maizal”. «Solo il popolo può salvare il popolo» è il motto della rivoluzione, che rivela il carattere partecipatorio e democratico della popolazione.

A dimostrazione di questa produzione dal basso, il Viceministro ha mostrato immagini di un centro di produzione di semi sovrani nazionali nello Stato di Mérida (Nota a piè di pagina – N.d.R.), creato dai contadini e supportato da scienziati venezuelani «portati fuori dai laboratori e nel territorio». Qui si producono semi con la biotecnologia, e sono le organizzazioni contadine a dirigere questi centri. Questo è solo un esempio di come il popolo, attraverso l’organizzazione, possa trasformare e portare avanti una rivoluzione dalle proprie coscienze. «Quando un popolo assume coscienza, quando assume un progetto storico, è capace di superare le peggiori aggressioni economiche, politiche, culturali e diplomatiche», ha concluso Castillo.

Diritto a vivere senza sanzioni

Un Popolo che Resiste e Crea

Di fronte alle difficoltà, al dolore delle famiglie separate, alla scarsità di cibo o medicine, il popolo venezuelano «non si è messo a piangere, non si è arreso. Si è messo a lavorare, si è organizzato, si è messo a combattere, si è messo a creare». I popoli possono sconfiggere le aggressioni, costruire il proprio cammino se non abbandonano la speranza, combattendo e organizzandosi. «È possibile vincere il blocco», ha affermato con forza Castillo. Sebbene resti molto da fare per sanare le profonde ferite, il Venezuela può orgogliosamente dire di aver iniziato a superare il blocco con le proprie forze.

Il Viceministro ha rivolto un invito sentito a visitare il Venezuela per vedere con i propri occhi la realtà: «ciò che stanno facendo i nostri giovani, i nostri scienziati, i nostri contadini, i nostri lavoratori, le nostre donne, che sono l’anima della Rivoluzione Bolivariana». Ha sottolineato che in tutti i processi di organizzazione popolare, la maggior parte dei leader sono donne, rendendo la rivoluzione venezuelana «femminile e femminista, di uguali, di gente che si sente uguale e che lavora con lo stesso piano». Ha assicurato che il popolo e il governo venezuelano avranno sempre «le mani aperte, il cuore aperto per accompagnare le battaglie dei popoli» come avviene per Gaza e la Palestina e per tutti coloro che combattono per l’indipendenza e la sovranità. Ha concluso ringraziando a nome del Presidente Maduro.

Il Viceministro William Castillo e l’Ambasciatrice Maria Elena Uzzo (al centro) con i compagni italiani del Partito Comunista

La sentita ed empatica esposizione di Castillo ha suscitato molta curiosità generando tante domande tra il pubblico, costituito per lo più da organizzazioni politiche, umanitarie, diplomatici, giornalisti, associazioni, ecc.

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Il Diritto alla Salute sotto Attacco 

William Castillo e Zahran Khalati

Dopo la domanda del Dottor Zahar Khalati, medico italiano di origine irachena, Castillo ha affrontato un punto dolente sull’impatto delle sanzioni sulla salute. Il Viceministro ha spiegato che il sistema sanitario pubblico venezuelano, universale e gratuito, è stato gravemente colpito. In particolare, per molti anni è stata negata la vendita di materiale necessario per interventi chirurgici e di kit per lo screening del cancro (come quelli ginecologici), causando la morte di molte persone. Solo grazie a meccanismi antiblocco si è riusciti a recuperare la capacità di importare questi materiali e a ripristinare le operazioni e i controlli essenziali.

Le Relazioni Petrolifere e la Solidarietà Internazionale

Riguardo al commercio del petrolio, è stata sollevata la questione di come il blocco abbia influito su programmi come Petrocaribe, ossia quel programma creato dal Venezuela per fornire petrolio a paesi caraibici e dell’America Latina a condizioni di pagamento agevolate, spesso con lunghi periodi di dilazione o a prezzi inferiori a quelli di mercato. Questo programma, lanciato nel 2005, mirava a rafforzare i legami regionali e a fornire un sostegno economico ai paesi membri, specialmente in un contesto di prezzi elevati del petrolio.

L’Ambasciatrice Maria Elena Uzzo, la saggista Maddalena Celano, il Viceministro William Castillo e la Preside della scuola dell’Ambasciata libica Aghela Nasjat

Castillo ha confermato che il blocco ha paralizzato questo programma, riconosciuto dalle Nazioni Unite come il più importante di cooperazione internazionale in America Latina, vitale per la sicurezza energetica dei Caraibi. Nonostante ciò, la cooperazione energetica con Cuba è stata mantenuta. Inoltre, il Venezuela ha avviato un progetto in cui aziende caraibiche si associano con imprese venezuelane per coltivare terreni in Venezuela, con una equa ripartizione della produzione ( 70% ai Caraibi, 30% al Venezuela), finanziato dal  “Banco dell’ALBA” (un’istituzione finanziaria internazionale creata nel contesto dell’Alleanza Bolivariana per i Popoli della Nostra America (ALBA-TCP). Questa alleanza è stata un’iniziativa politico-economica promossa principalmente da due figure centrali della sinistra latinoamericana: Il Comandante Hugo Chávez Frías, ex Presidente del Venezuela. Il Comandante Fidel Castro Ruz, ex leader di Cuba – N.d.R.)

In risposta a una domanda sulle relazioni tra Venezuela e ENI, il Viceministro ha chiarito che l’impresa italiana ha cercato “licenze” dagli Stati Uniti per operare, nonostante il Venezuela consideri le sanzioni illegali. Ha notato che la licenza più importante ottenuta da ENI sotto Biden è stata eliminata dall’amministrazione Trump quest’anno, sebbene Trump abbia espresso la disponibilità a concedere “licenze private”. Questo denota l’assurdità politica di una situazione in cui un Paese viene soffocato e poi concesso di “respirare” per brevi periodi.

Un esempio straziante dell’impatto disumano delle sanzioni riguarda il blocco dei fondi della Fondazione Simón Bolívar. Questa azione ha paralizzato un programma che permetteva a bambini venezuelani di sottoporsi a trapianti di cuore in Italia e Argentina. Come risultato, cinquantadue bambini sono morti in attesa di operazioni che non potevano più essere finanziate a causa del blocco dei beni venezuelani. Il Venezuela ha denunciato questo caso alla Corte Penale Internazionale, ma la Corte ha dichiarato di non avere i fondi per investigare la denuncia.

La serata si è dimostrata non solo un importante momento informativo ma anche un vivido esempio di partecipazione e solidarietà. L’auditorium, gremito di persone e rappresentanti di diverse istituzioni, ha dimostrato un profondo interesse per la realtà venezuelana, anche grazie alla comunicazione efficace, appassionata ed empatica del Viceministro William Castillo. La sua capacità di connettersi con il pubblico è stata evidente anche alla fine dell’evento, quando Castillo è rimasto a lungo per scattare fotografie e dialogare con ogni cittadino che lo desiderava, rafforzando il legame tra il popolo venezuelano e i suoi sostenitori internazionali.

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Celebrazioni per l’Indipendenza del Venezuela

Roma, 4 Luglio 2025 – La capitale italiana ha ospitato anche una sentita commemorazione del 214° Anniversario della Dichiarazione di Indipendenza del Venezuela, un evento che ha unito diplomazia, cultura e un profondo senso di solidarietà internazionale. La cerimonia, svoltasi in mattinata, ha visto la partecipazione di numerose personalità del mondo diplomatico, istituzionale e culturale, sia italiano che internazionale.

Le celebrazioni hanno avuto inizio con la presentazione curata dal Responsabile dell’area cultura dell’Ambasciata del Venezuela, Edgar Ernesto Gonzales, che ha ripercorso i momenti salienti della storica dichiarazione. A seguire, un toccante omaggio è stato reso con la deposizione dei fiori sulla statua del Libertador Simón Bolívar, simbolo eterno di libertà e sovranità.

Il culmine della mattinata è stato rappresentato dai discorsi dell’Ambasciatrice S.E. María Elena Uzzo e del Viceministro William Castillo. L’Ambasciatrice Uzzo ha offerto una riflessione profonda sul significato storico dell’indipendenza e sulla sua risonanza nelle sfide contemporanee che il Venezuela si trova ad affrontare. Il suo intervento, improntato a una raffinata diplomazia e a una chiara visione, ha preparato il terreno per le parole del Viceministro.

Il Viceministro William Castillo, che è anche Direttore dell’Osservatorio Venezolano Antiblocco, ha proseguito con un intervento altrettanto significativo, capace di toccare le corde emotive del pubblico e di strappare sinceri applausi. La sua oratoria, combinando proprietà di linguaggio e una palpabile passione, ha illustrato il percorso di resilienza del popolo venezuelano di fronte alle sfide attuali, ribadendo i valori di autodeterminazione e giustizia sociale.

Tra le numerose personalità di spicco presenti, si è notata la significativa partecipazione dei rappresentanti diplomatici dell’Ambasciata della Federazione Russa e dell’Ambasciata di Cuba, a testimonianza dei solidi legami di amicizia e cooperazione che uniscono questi Paesi al Venezuela.

L’evento ha rappresentato un’importante occasione per rafforzare i legami internazionali e per condividere la narrazione di un popolo che, pur confrontandosi con complesse dinamiche globali, continua a celebrare la propria storia e a perseguire il proprio cammino di indipendenza.

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Nota – Progetto dei semi nello Stato di Mérida

Il progetto dei semi nello Stato di Mérida, in Venezuela, è un esempio affascinante di sovranità alimentare e sviluppo scientifico-campesino.

Il Viceministro Castillo si riferisce al lavoro svolto da iniziative come PROINPA (Productores Integrales del Páramo) e il Centro Biotecnológico para la Formación en la Producción de Semillas Agámicas (CEBISA), entrambi situati nello Stato di Mérida, in particolare nella regione del Páramo andino (come Mucuchíes nel comune di Rangel).

Ecco alcuni punti chiave di questo progetto:

Alleanza Scientifico-Campesina: L’aspetto più distintivo di questo progetto è la stretta collaborazione tra contadini (campesinos) e scienziati. Non si tratta solo di trasferimento di tecnologia, ma di un vero e proprio scambio di saperi, dove l’esperienza pratica dei contadini si unisce alla conoscenza scientifica per sviluppare nuove soluzioni. Molti dei contadini coinvolti hanno anche raggiunto alti livelli di istruzione formale, incluso dottorati e master, integrando la teoria con la pratica.

Sovranità Semenziera: L’obiettivo principale è la sovranità sementiera, ovvero la capacità del Venezuela di produrre autonomamente i propri semi, riducendo la dipendenza dalle importazioni e dalle grandi corporazioni sementiere globali. Questo è particolarmente cruciale in un contesto di blocco economico e sanzioni.

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Biotecnologie e Metodi Tradizionali: Questi centri utilizzano tecniche avanzate di biotecnologia, come la produzione di semi in vitro (da tessuti vegetali) e sistemi aeroponici (coltivazione in aria senza terra), spesso affiancate a metodi tradizionali di conservazione, come i Tinopós (grotte sotterranee per lo stoccaggio dei semi).

Diversificazione delle Colture: Sebbene siano noti per la produzione di semi di patata di alta qualità (e Mérida è una regione tradizionalmente vocata alla pataticoltura), i centri come CEBISA producono anche semi per altre colture come aglio, stevia, caffè, carote, cavoli e leguminose come i fagioli neri (caraotas).

Sostituzione delle Importazioni: Il successo di questi progetti ha portato a una significativa sostituzione delle importazioni di semi e di prodotti agricoli. Il governo venezuelano ha evidenziato come l’Alleanza Scientifico-Campesina abbia incrementato la produzione in modo esponenziale negli ultimi anni, contribuendo a risparmi per miliardi di dollari in importazioni.

Formazione e Diffusione: Vengono condotti numerosi workshop e sessioni di formazione per diffondere le conoscenze e le tecniche tra i produttori in diverse aree del paese. Questo contribuisce a creare una rete più ampia di produttori indipendenti.

Ruolo delle Donne e dei Giovani: È significativo che una percentuale elevata delle “mani produttive” in queste alleanze, fino al 62%, sia composta da donne e giovani, sottolineando il loro ruolo attivo nella rivoluzione agricola.

Legislazione Sementiera: Il Venezuela ha anche una legge sui semi del 2014, che è stata vista come innovativa a livello globale. Questa legge proibisce i semi geneticamente modificati e la brevettazione delle forme di vita, riconoscendo e proteggendo sia i sistemi formali che quelli informali (tradizionali) di produzione e conservazione dei semi da parte di comunità contadine, indigene e afro-discendenti.

In sintesi, il progetto dei semi nello Stato di Mérida è un esempio concreto di come il Venezuela stia cercando di raggiungere la sovranità alimentare attraverso un modello di sviluppo endogeno, basato sulla collaborazione tra scienza e pratiche agricole tradizionali, con un forte coinvolgimento delle comunità locali.

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