Accessibilità digitale, Transizione 4.0 e 5.0: opportunità e criticità per le imprese italiane


A partire dal 29 giugno 2025 il nuovo Accessibility Act europeo, una normativa che impone alle imprese l’adeguamento dei propri servizi digitali per garantire accessibilità a tutti gli utenti, compresi quelli con disabilità. Per molte aziende italiane, il rispetto di questi nuovi standard rappresenta una sfida tecnica, ma offre anche l’opportunità di accedere a numerose agevolazioni fiscali e contributi pubblici.

Per fare chiarezza sulle misure disponibili e sulle modalità operative per mettersi in regola, abbiamo intervistato Nunzio Strazzullo, Dottore commercialista e componente della commissione nazionale di finanza agevolata del CNDCEC. L’esperto analizza le strategie concrete per recuperare il tempo perduto, illustra come combinare le diverse agevolazioni – dai crediti d’imposta Transizione 4.0 e 5.0 ai voucher digitali delle Camere di Commercio – e fornisce indicazioni pratiche su requisiti tecnici, best practice e documentazione necessaria per non perdere i benefici previsti dalla normativa.

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Cosa possono fare le imprese che sono in ritardo e che agevolazioni possono usare?

Le imprese che non si sono ancora adeguate alla normativa sull’accessibilità digitale hanno poco tempo, ma alcune soluzioni sono ancora percorribili. Il primo passo è avviare un assessment tecnico, possibilmente supportato da fornitori certificati, per verificare lo stato di conformità di siti web, e-commerce, app e software gestionali.

Sul fronte delle agevolazioni, è possibile attivare interventi in tempi rapidi sfruttando:

  • credito d’imposta Transizione 4.0, per interventi su beni e software interconnessi;
  • credito d’imposta Transizione 5.0, se l’adeguamento porta a un risparmio energetico dimostrabile;
  •  voucher digitali delle Camere di Commercio e bandi regionali FESR, che spesso coprono interventi ICT e accessibilità per le PMI, anche con contributi a fondo perduto.

Come combinare i crediti d’imposta Transizione 4.0 e 5.0 per coprire gli investimenti in accessibilità digitale?

La combinazione è possibile, ma solo se:

  • l’investimento soddisfa i requisiti tecnici dell’Allegato A o B (macchinari, software 4.0);
  • e i requisiti energetici richiesti dalla normativa 5.0 (riduzione dei consumi almeno del 3% o del 5%).

Un intervento su un sistema e-commerce accessibile può rientrare nella Transizione 4.0 se è interconnesso e conforme all’allegato B (software). Se, contestualmente, si installano server, dispositivi edge computing o sistemi intelligenti per l’efficientamento, si può cumulare con il credito 5.0.

Quali requisiti tecnici e temporali devono rispettare le imprese per rientrare nelle aliquote massime del 35%-20% e ottenere il rimborso già nel 2025?

Per accedere alle aliquote massime:

  • la spesa deve essere effettuata nel 2024 o entro il 30 giugno 2025, con ordine accettato e acconto almeno del 20% versato nel 2024.
  • i beni devono essere interconnessi e, per il 5.0, va dimostrata la riduzione dei consumi.
  • è necessaria una perizia tecnica asseverata redatta da ingegnere o perito abilitato.

Per ottenere il credito già nel 2025, è fondamentale interconnettere i beni entro il 31 dicembre 2025 e presentare correttamente la comunicazione preventiva secondo le nuove regole del DM 24 aprile 2024.

Come i voucher digitali delle Camere di Commercio e i bandi FESR regionali possono finanziare interventi last-minute sull’accessibilità?

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Molte Camere di Commercio (es. Milano, Napoli, Torino) prevedono voucher fino a 10.000 euro per interventi su accessibilità, siti web inclusivi, software gestionali accessibili.

I bandi FESR regionali, specie nelle Regioni del Mezzogiorno, finanziano fino al 50% a fondo perduto interventi per innovazione e digitalizzazione, inclusa l’accessibilità per soggetti con disabilità.
Per interventi urgenti, è utile selezionare fornitori già accreditati nei portali regionali, in modo da velocizzare l’ammissione della spesa.

Best practice per strutturare i preventivi in modo da massimizzare la copertura e ridurre i tempi?

1. Preventivi dettagliati, con voci chiare: “adeguamento accessibilità”, “installazione di screen reader”, “integrazione WCAG 2.1 livello AA”, “formazione accessibilità”.
2. Specificare il riferimento alla normativa di accessibilità e, se possibile, allegare check-list tecniche.
3. Inserire nel preventivo anche la relazione tecnica ex ante e la perizia, in modo da rendere l’investimento ammissibile anche per Transizione 5.0 o bandi regionali.

Quali errori fiscali ostacolano l’accesso alle agevolazioni e come evitarli?

Tra gli errori più frequenti che ostacolano l’accesso alle agevolazioni rientrano la mancata indicazione del credito nel quadro RU della dichiarazione, l’assenza della perizia tecnica al momento dell’interconnessione, la presenza di documentazione imprecisa o caratterizzata da date incoerenti tra ordine, fattura e bonifico, nonché la mancanza della comunicazione preventiva per il credito 5.0.


Per evitarli, è importante adottare alcuni accorgimenti operativi: utilizzare un cruscotto di monitoraggio delle spese agevolate, predisporre checklist specifiche per ogni credito attivato e svolgere un controllo incrociato della documentazione insieme a un consulente fiscale prima della rendicontazione. Inoltre, occorre verificare sempre la coerenza tra perizia tecnica, comunicazione preventiva e dichiarazione dei redditi.

Quali documenti o rendicontazioni vengono trascurati più spesso e quali controlli consigliate per prepararsi a eventuali verifiche?

Spesso vengono trascurati:

  • contratti firmati con data certa;
  • protocolli di interconnessione;
  • relazioni tecniche energetiche ex ante/ex post (per il 5.0);
  •  tracciabilità dei bonifici, specie in caso di leasing.

Si consiglia di conservare tutta la documentazione in formato PDF/A con marca temporale, mantenendo costantemente aggiornato un fascicolo relativo al credito d’imposta da presentare in caso di verifica. In presenza di bandi, è opportuno caricare i documenti richiesti nelle piattaforme dedicate entro le scadenze previste, anche qualora non siano ancora stati richiesti (ad esempio DURC, statuti, visure, perizie e certificazioni relative alla disabilità).



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