Economia sostenibile / circolare / Esg |
Mercato / Commercio |
Prevenzione e riutilizzo |
Tessile
L’attuale normativa europea in vigore sull’ecodesign sostenibile impone il divieto di distruggere prodotti tessili invenduti, ma le imprese, secondo un nuovo provvedimento in corso di approvazione da parte dell’Ue, potrebbero in determinati casi essere legittimate a non farlo.
La novità è prevista da una proposta di regolamento presentata dalla Commissione europea il 30 giugno 2025 e sottoposta fino al 25 luglio 2025 al giudizio degli stakeholder. Il vigente regolamento 2024/1781/Ue sulla progettazione sostenibile dei prodotti prevede che dal 19 luglio 2026 è vietata la distruzione dei prodotti di consumo non piazzati sul mercato elencati all’allegato VII al regolamento. Si tratta di determinati beni tessili e calzature.
Nello schema di provvedimento in discussione tra gli operatori in parola la Commissione europea ha definito le condizioni alle quali le imprese potranno chiedere una deroga al divieto di distruzione dello stock che non sono riusciti a vendere. Tra queste l’impraticabilità per il bene tessile di essere preparato per il riutilizzo ad esempio perché è non è possibile rimuovere le etichette o le caratteristiche di design. Oppure perché il prodotto a causa di difetti di progettazione o fabbricazione non è idoneo allo scopo per cui è stato concepito e gli interventi di rimessa a nuovo non sono tecnicamente realizzabili. O ancora, pur essendo stato consegnato a un’associazione come bene donato, non si è trovato un destinatario.
Le aziende dovranno predisporre la documentazione che provi il diritto alla deroga al divieto di distruzione e tenerla a disposizione delle Autorità competenti per 10 anni. Al gestore cui vengono conferiti tali beni invenduti per il trattamento come rifiuti sarà consegnata una dichiarazione sulla deroga di cui gode l’impresa.
In un’ottica di economia circolare, l’Unione europea ha fin dal 2009 adottato norme sulla progettazione sostenibile dei beni. Trattasi di norme che obbligano i produttori a fabbricare determinate categorie di oggetti secondo precisi standard di settore volti alla tutela dell’ambiente. E che obbligano anche gli altri soggetti della filiera, come i distributori, ad adempimenti connessi. Le norme europee hanno dapprima riguardato solo beni energivori, come gli elettrodomestici. Con il nuovo regolamento 2024/1781/Ue, vigente da luglio 2024, gli obblighi di ecodesign si applicano invece a tutte le categorie di prodotti per le quali l’Ue stabilisce delle specifiche tecniche di dettaglio. Nel Dossier, il quadro dell’evoluzione normativa in corso, l’esame dei relativi provvedimenti di settore, un focus sul regime transitorio. Aggiornato alla proposta di regolamento sull’obbligo per le imprese di comunicare periodicamente i prodotti invenduti scartati presentata nel giugno 2025, alla proposta di regolamento sui veicoli fuori uso approvata dal Consiglio Ue nel giugno 2025 e alla proposta di regolamento Ue con le deroghe al divieto di distruzione dei prodotti tessili invenduti.
Lo spazio dedicato alle disposizioni Ue e nazionali per la promozione dell’ideale sistema economico nel quale – come in natura – nulla si perde e tutto si trasforma. Con il quadro ragionato delle strategie e dei provvedimenti generali di riferimento. Dal “Green Deal” al “Clean industrial deal“. Dalle regole per la progettazione ecosostenibile dei prodotti a quelle sulla “responsabilità estesa del produttore” del prodotto (cd. “Epr“). Lo spazio è arricchito con le norme del Piano nazionale di ripresa e resilienza (“Pnrr”), che prevedono riforme legislative ed interventi finanziari di supporto allo sviluppo del nuovo sistema economico
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link