Innovazione digitale, fondi UE per un futuro smart e coeso in Italia


L’innovazione digitale dell’Italia non è solo una necessità economica ma una strategia di sviluppo nazionale e territoriale, sostenuta in modo decisivo dalla politica di coesione dell’Unione Europea. I fondi strutturali e d’investimento, in particolare il Fesr e il Fse+, stanno abilitando un modello di crescita che punta su tecnologie emergenti, ecosistemi innovativi e sviluppo delle competenze, generando un impatto sistemico su territori, imprese e cittadini.

L’approccio europeo è chiaro: innovare significa includere. La trasformazione digitale deve procedere in parallelo alla coesione sociale e territoriale, per evitare che il divario tecnologico si traduca in diseguaglianze economiche. Questo principio guida la programmazione 2021-2027, che dedica oltre 45 miliardi di euro all’Italia, una parte rilevante dei quali destinati a interventi digitali, con attenzione prioritaria alle regioni del Mezzogiorno.

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Dalle strategie regionali ai risultati concreti

Ecco alcuni casi concreti che fotografano lo stato dell’arte.

Campania: innovazione digitale come leva di inclusione

La Campania è un esempio virtuoso di specializzazione intelligente applicata all’innovazione digitale. La Apple Developer Academy di San Giovanni a Teduccio, nata con il supporto dei fondi Fesr e Fse, ha trasformato un quartiere periferico in un polo di eccellenza tecnologica. Migliaia di giovani sono stati formati in competenze digitali avanzate, tra cui sviluppo software, UX design e cybersecurity, innescando un processo di rigenerazione urbana e crescita occupazionale.

Puglia: Smart Puglia e l’innovazione sostenibile

La strategia “Smart Puglia”, finanziata attraverso il PR Fesr, punta su settori ad alta intensità tecnologica: biotecnologie, energie rinnovabili, Ict. L’integrazione tra ricerca, impresa e pubblica amministrazione ha permesso di far emergere un ecosistema dinamico, che ha attratto investimenti esteri e sostenuto la nascita di startup innovative, come quella che ha realizzato la prima mano bionica adattiva made in Italy, integrando sensoristica avanzata e cloud computing sicuro.

Emilia-Romagna: la Rete Alta Tecnologia

Grazie alla Rete Alta Tecnologia, l’Emilia-Romagna si è posizionata tra le aree europee più attive in trasferimento tecnologico e R&S. I fondi europei hanno consentito la creazione di laboratori e centri di competenza, che operano in sinergia con le imprese per sviluppare soluzioni in robotica, intelligenza artificiale, big data. Il modello emiliano-romagnolo ha ispirato anche altre regioni nel costruire ecosistemi di innovazione territoriale.

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Le nuove dorsali della coesione per l’innovazione digitale

Tra le priorità del nuovo ciclo di programmazione c’è il potenziamento delle infrastrutture digitali, con un’attenzione particolare alle aree a fallimento di mercato. Grazie al contributo della politica di coesione, si stanno realizzando reti in fibra ottica, sistemi cloud pubblici e data center territoriali, capaci di ospitare in sicurezza dati e servizi digitali per la PA e per le imprese.

Il Piano Italia 5G si innesta su queste direttrici, beneficiando in parte di fondi React-EU e Fesr. In Calabria, ad esempio, i fondi UE hanno sostenuto la creazione di infrastrutture per l’accesso mobile veloce, con impatti positivi sulla digitalizzazione scolastica e produttiva in aree prima escluse.

Formazione e competenze digitali: il capitale umano al centro

La transizione digitale non si realizza senza una formazione capillare delle competenze, tanto nelle imprese quanto nella cittadinanza. In molte regioni, i fondi Fse+ stanno finanziando percorsi formativi per professioni digitali, corsi di reskilling per lavoratori over 50, e laboratori scolastici avanzati.

Nel Lazio, grazie al PR Fesr 2021-2027, sono partiti programmi per l’alfabetizzazione digitale nei Comuni sotto i 15.000 abitanti, con l’obiettivo di ridurre il digital divide generazionale e geografico. Il risultato atteso è la costruzione di una società digitale inclusiva, capace di partecipare attivamente ai processi di innovazione.

Verso un’economia intelligente, sostenibile e inclusiva

L’approccio multilivello promosso dalla politica di coesione permette di collegare gli obiettivi di crescita economica con quelli di giustizia territoriale e ambientale. I progetti digitali finanziati in Italia vanno nella direzione indicata dalla strategia europea per un “futuro smart”: una transizione fondata su intelligenza artificiale responsabile, sostenibilità energetica, protezione dei dati e valorizzazione dei territori.

Come sottolineato dal portale Kohesio, l’Italia è tra i Paesi europei che stanno meglio sfruttando le opportunità offerte dalla digitalizzazione sostenuta dai fondi Ue. I numeri parlano chiaro: decine di migliaia di progetti in corso, centinaia di milioni già erogati, migliaia di imprese coinvolte.

Innovazione digitale in Italia: prospettive future

La sfida ora è rendere strutturale il cambiamento. Le strategie di specializzazione intelligente, già in corso in regioni come Emilia-Romagna e Puglia, devono essere estese e potenziate, rafforzando il coordinamento tra livelli istituzionali e la valutazione dell’impatto delle misure. L’obiettivo: consolidare una governance digitale multilivello, che valorizzi i territori, premi l’innovazione e non lasci indietro nessuno.

Serve un monitoraggio attivo, come quello già avviato tramite il portale OpenCoesione, per garantire trasparenza, accountability e apprendimento continuo dalle esperienze in atto.

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