Busto, l’amarezza di Lo Schiavo, 9 milioni persi



Busto Arsizio: 9 milioni di euro persi per scelte ideologiche sul PUMS

 

Busto Arsizio ha perso 9 milioni di euro. Il Comune ha partecipato a un bando di Regione Lombardia. Poteva ottenere un contributo massimo di 20 milioni di euro. Ma è arrivato ultimo. La causa? La mancata approvazione del PUMS.

Con un Piano Urbano della Mobilità Sostenibile (PUMS) approvato, Busto Arsizio avrebbe avuto 10 punti in più. Questi avrebbero garantito 9 milioni di euro. Fondi preziosi. Ma il PUMS c’era, non è stato approvato.

Il motivo è ideologico. Alcuni partiti della maggioranza lo consideravano “troppo di sinistra”. Il risultato è grave. 9 milioni di euro in fumo. Nessuna riqualificazione per il piazzale della stazione FS. Nessun investimento su via Mameli.

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La mancata approvazione del PUMS e le conseguenze

 

La vicenda di Busto Arsizio mette in luce una problematica significativa. Il Comune ha partecipato a un bando della Regione Lombardia. Un’opportunità per ottenere un contributo a fondo perduto. Fino a 20 milioni di euro. Tuttavia, l’esito è stato deludente: Busto Arsizio è arrivata ultima in graduatoria.

Il punto cruciale risiede nella gestione del PUMS (Piano Urbano della Mobilità Sostenibile). Questo strumento è fondamentale per lo sviluppo di una mobilità più efficiente e sostenibile. Un PUMS approvato avrebbe garantito al Comune 10 punti aggiuntivi nel bando. Punti che, se ottenuti, avrebbero permesso a Busto Arsizio di aggiudicarsi ben 9 milioni di euro.

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La somma è ingente. E rappresenta un’occasione persa per la città. Questi fondi avrebbero potuto finanziare importanti progetti. Invece, per una decisione che viene definita ideologica, l’opportunità è sfumata. La mancata approvazione del PUMS è stata motivata dal fatto che per alcuni partiti della maggioranza era considerato “troppo di sinistra”. Questo ha prevalso sul buon senso e sull’interesse della comunità.

 

Progetti bloccati e occasioni mancate

 

La perdita dei 9 milioni di euro ha conseguenze dirette e tangibili per Busto Arsizio. Primo fra tutti, la mancata riqualificazione del piazzale della stazione FS. Un’area nevralgica della città. Che necessita da tempo di interventi per migliorare la viabilità. E l’accessibilità. Senza questi fondi, il progetto di riqualificazione rimane fermo. Con disagi per i pendolari e per i residenti.

Inoltre, nessun investimento sarà possibile su via Mameli. Un’altra arteria importante. Che avrebbe potuto beneficiare di interventi mirati. Per migliorare la qualità della vita dei cittadini. E l’efficienza dei servizi. La mancanza di fondi blocca di fatto ogni possibilità di sviluppo in queste aree strategiche.

Le scelte ideologiche, secondo quanto denunciato, hanno avuto “conseguenze reali”. Il risultato netto è la perdita di 9 milioni di euro. Una cifra che avrebbe potuto cambiare il volto di alcune zone della città. E migliorare la mobilità complessiva. Questo evidenzia come decisioni politiche basate su posizioni ideologiche possano avere un impatto diretto e negativo sulla vita quotidiana dei cittadini.

 

Il dibattito sulla politica e il buonsenso

 

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La vicenda di Busto Arsizio alimenta il dibattito sulla politica locale. E sulla necessità di anteporre il buonsenso alle ideologie. La critica è chiara: la città è governata dalle ideologie, non dal buonsenso. Questo approccio, secondo i critici, porta a decisioni che non tengono conto delle reali esigenze dei cittadini. E delle opportunità di sviluppo.

Un PUMS è uno strumento tecnico. Progettato per migliorare la mobilità. Ridurre il traffico. E promuovere soluzioni più ecologiche. La sua bocciatura per motivi ideologici solleva interrogativi. Sulla capacità dell’amministrazione di cogliere le opportunità di finanziamento. E di pianificare il futuro della città in modo efficace.

Questo episodio si inserisce in un contesto più ampio. Quello della mobilità sostenibile e delle città sostenibili. Temi sempre più centrali nel dibattito pubblico. E nelle politiche europee e nazionali. Perdere fondi destinati a questi scopi è un’occasione persa non solo per Busto Arsizio. Ma anche per l’avanzamento verso modelli urbani più ecologici e vivibili.

 

Il ruolo di Regione Lombardia nei bandi

 

Regione Lombardia, con i suoi bandi, offre opportunità significative ai Comuni. Contributi a fondo perduto sono strumenti cruciali. Per realizzare progetti che altrimenti non troverebbero copertura finanziaria. La partecipazione a questi bandi richiede una preparazione adeguata. E la capacità di rispettare i requisiti. Come l’approvazione di strumenti urbanistici e di pianificazione. Quali il PUMS.

La competizione tra i Comuni per accedere a questi fondi è alta. Ogni punto in più nella graduatoria può fare la differenza. La mancata approvazione del PUMS, in questo contesto, si rivela un errore strategico. Che ha avuto un costo diretto per la comunità. E che ha impedito alla città di sfruttare appieno le risorse disponibili.

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L’episodio di Busto Arsizio può servire da monito. Per altre amministrazioni. Sulla necessità di una pianificazione attenta. E di una gestione pragmatica delle opportunità. Senza lasciare che posizioni ideologiche prevalgano sugli interessi concreti dei cittadini. E sulla possibilità di migliorare il proprio territorio.


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