Una candidatura per il territorio, ma soprattutto per rappresentare in Regione il mondo del lavoro, delle imprese e del turismo, un mondo di cui lui stesso fa parte da anni, “che ha bisogno di risposte”. Così si apre la campagna elettorale di Federico Scaramucci, consigliere comunale di Urbino per il Partito democratico e da ieri ufficialmente in corsa, sempre col Pd, per il Consiglio regionale. “Ringrazio gli iscritti e le iscritte ai circoli che abbiano sostenuto il mio nome, così come la segreteria e l’assemblea”, commenta, dopo la riunione dell’assemblea regionale che ha confermato le liste. Operatore turistico, 45 anni da compiere, urbinate, Scaramucci è alla prima candidatura: “Vorrei essere la voce di chi crea lavoro e investe, oltre che del territorio e dei cittadini che vivono ogni giorno disagi legati a sanità, trasporti e carenza d’infrastrutture. Penso che la situazione non sia migliorata in questi cinque anni e in merito ho realizzato un dossier, analizzando vari settori, basato su dati Istat e regionali che lo certificano”.
Ma quali sono le risposte che tale fetta di popolazione attende? “Innanzitutto, bisogna semplificare la burocrazia di bandi e investimenti regionali, con azioni mirate – dice –. Poi serve un accesso al credito più semplice per le piccole e medie imprese. Infine, bisogna lavorare insieme agli operatori, perché manca condivisione”.
In merito alle aree interne, Scaramucci dice che “si sentono abbandonate” e che le proposte di Matteo Ricci, come l’accesso al credito per coppie intenzionate a vivere qui o trasporti gratuiti per gli studenti, “vanno nell’ottica di sostenere il buon vivere. Qui c’è una qualità di vita potenzialmente alta, ma servono servizi. Perciò bisogna difendere l’accesso alla sanità pubblica, che è tutta da ripensare, e migliorare le infrastrutture. Poi si deve investire su osservatorio dei dati e valorizzazione delle eccellenze, programmando a livello pluriennale: io punterei sul turismo come motore economico, ma c’è tanto da lavorare, perché nel 2024 siamo risultati la terzultima regione per arrivi dall’estero e il sistema Atim ha fallito. Servono strumenti di promozione della destinazione turistica, concordati con gli operatori. Ora vorrei portare il mio dossier in tutta la provincia, incontrando le persone per confrontarci sull’impatto avuto dalle politiche regionali sulla loro vita. Il mio mestiere è far viaggiare, ma adesso sarò io a viaggiare nel territorio”.
Nicola Petricca
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