Banco Bpm: gli strumenti finanziari con i quali sosteniamo il più possibile l’industria. Con l’orgoglio di essere leader in quest’area. Parlano Matteo Faissola e Vincenzo Serena


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Banco Bpm intende rafforzare il suo posizionamento di istituto di credito di riferimento per le imprese, combinando le sue due anime: quella strettamente in relazione con i territori e quella di banca sistemica, che la rende capace di organizzare operazioni complesse e offrire un supporto alle imprese che vada ben oltre il credito. «Coniugare questi due elementi consente di rispondere adeguatamente alle richieste dell’economia reale, integrando input strutturali, azioni di controllo del rischio e capacità di dialogo costante con il cliente-impresa», dice a Industria Italiana Matteo Faissola, responsabile Commerciale di Banco Bpm. Con lui e con Vincenzo Serena, responsabile Imprese della banca, abbiamo parlato in una lunga intervista delle soluzioni uniche che l’istituto di credito ha strutturato nel tempo per supportare l’evoluzione delle aziende, che siano Pmi o corporate.

Dal punto di vista organizzativo, Banco Bpm prevede due macrostrutture a supporto delle aziende: una, sotto la direzione di Faissola, segue le imprese con fatturato fino a 75 milioni di euro; la seconda, sotto la guida di Luca Manzoni e suddivisa in 5 mercati territoriali corporate, è riservata alla clientela di maggiori dimensioni. In particolare, nell’ambito della struttura di Faissola, le imprese con fatturato fino a 5 milioni di euro sono servite direttamente in filiale secondo il modello relazionale radicato nella tradizione bancaria italiana. Per quelle di fascia intermedia tra i 5 e i 75 milioni, sotto la direzione di Vincenzo Serena, la banca ha attivato 72 centri imprese, con numeriche di gestori (oltre 440) differenziate in relazione alla base clienti servita. Quanto ai servizi, accanto al credito, Banco BPM mette in campo un’ampia gamma di strumenti per l’internazionalizzazione. Punta anche sulla doppia transizione (energetica e tecnologica) e sul supporto a startup e PMI innovative.

D: Insomma, tenete a posizionarvi come la banca delle imprese

Matteo Faissola, responsabile Commerciale di Banco Bpm (Fonte: LinkedIn).

Faissola: Certamente. I numeri confermano quella che è la nostra relazione consolidata con i territori e con le imprese presenti. Indubbiamente, soprattutto nel Nord Italia, in tutto l’arco che va dal Piemonte al Veneto, il nostro rapporto con le aziende, a tutti i livelli – partendo dai piccoli operatori economici fino al corporate – è da sempre molto stretto. E inoltre in tutte le regioni abbiamo una quota di mercato sulle aziende che è superiore alla nostra quota sportelli. La quota di mercato degli impieghi sulle aziende a livello Italia è pari al 9,5%, contro il 7,1% di quota sportelli.

D: Come si spiega questa quota di impieghi superiore alla quota di sportelli?

Faissola: Dipende dalla tradizione delle banche popolari dalla cui fusione noi nasciamo: le popolari sono vicine alle aziende, in particolare alle PMI. E le popolari da cui deriviamo operavano nei territori dove ci sono alcune delle maggiori filiere produttive d’Italia ed erano e sono rimaste – anche nelle varie evoluzioni – molto vicine al mondo dell’imprenditoria, con legami significativi che si sono mantenuti nel tempo.

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D: Pensate di rafforzare ulteriormente questi legami?

Faissola: Questo è l’asse portante: è il cuore della nostra attività. Tutte le prossime evoluzioni partiranno da qui: ovvero dal rapporto con l’imprenditore. Perché quando un banker va in azienda, analizza insieme all’imprenditore l’azienda e non deve avere fretta: deve avere tempo, concentrazione. L’azienda è la vita dell’imprenditore, lui ci racconta i suoi segreti, ci spiega i suoi programmi e noi rappresentiamo il confronto; su alcune cose gli diamo ragione, su altre lo aiutiamo a migliorare. Ed è così, in questo contesto, che nascono le operazioni. Quindi, da una parte, vogliamo confermare e rafforzare al massimo la nostra vicinanza alle imprese, e questo si concretizza nel confronto continuo con gli imprenditori, che avviene per di più in azienda. Dall’altra parte, soprattutto per le aziende più piccole, vogliamo puntare sul concetto di smart lending, di velocità. Oggi sulle operazioni più piccole, la piattaforma riesce a valutare i dati e a dare risposte in 48 ore, o anche in tempo reale. Naturalmente, l’analisi umana resta fondamentale nei casi di impedimenti alla realizzazione dell’operazione di affidamento o concessione di credito. In ogni caso, più del 90% delle pratiche sono decise in rete.

D: Le imprese italiane sono troppo indebitate, secondo voi?

Massimo Tononi, presidente di Banco Bpm.

Faissola: Storicamente, le imprese italiane non sono mai state particolarmente patrimonializzate. Però in questi ultimi anni c’è stato un maggiore equilibrio finanziario. Non c’è dubbio che per alcuni anni – con i tassi a zero – siano stati fatti molti finanziamenti anche solo per costituire un elemento prudenziale per il futuro. Quindi, l’indebitamento era un po’ figlio di un tempo che oggi è finito.

D: E le imprese italiane sono ancora così banco-centriche? O hanno iniziato a ricorrere più massicciamente ad altri canali, magari più costosi – tipo i minibond o il private lending?

Faissola: Se si guarda al valore dei finanziamenti bancari rispetto a quello derivante da altre forme alternative, in particolare per le aziende con dimensioni medio-piccole la grandissima parte dei finanziamenti arriva dalle banche. Quello che invece è vero, ed è sempre più significativo, è l’intervento di finanziatori esterni sulle aziende: i fondi di private equity, tradizionalmente, investivano solo su aziende grandi o medio-grandi, oggi – soprattutto in alcuni settori – anche su imprese più piccole.

D: Come stanno andando i prestiti garantiti da Mediocredito Centrale?

Faissola: Hanno una percentuale di default bassa, migliore delle previsioni; è un sistema pratico, veloce, efficace, sia per l’azienda che per i nostri colleghi, grazie ai flussi digitalizzati.

D: Dottor Serena, Banco Bpm ha stretto diversi accordi con le associazioni di catefgoria nazionali o locali (Confindustria, Confartigianato, Confagricoltura). Ci racconta i più recenti? 

Vincenzo Serena, responsabile Imprese di Banco Bpm.

Serena: Tra gli ultimi, a livello nazionale, ad esempio, abbiamo rinnovato l’accordo con il Cai – Consorzio Agrari d’Italia – accordo molto importante perché ci consente di entrare in contatto con piccoli e medi imprenditori del settore agricolo, che assistiamo con prestiti agrari a condizioni decisamente competitive. Nel rispetto della tradizionale presenza sui territori sono molto più frequenti gli accordi con le associazioni territoriali. In particolare, negli anni, sono stati firmati accordi con un numero significativo delle sedi provinciali e regionali di Confindustria.

D: Guardiamo ai servizi: assistete le imprese anche con Transizione 5.0, un servizio particolarmente interessante vista la complessità del credito d’imposta green…

Serena: Con il piano “Transizione 5.0”, affianchiamo l’azienda dal punto di vista finanziario, con tutta la gamma dei prodotti a medio-lungo termine che la banca può mettere a disposizione con l’obiettivo di sostenere l’imprenditore nella realizzazione dei piani d’investimento che genereranno i crediti d’imposta.

D: La banca ritiene che gli strumenti della fintech possano essere integrati nell’offerta per le imprese e possano avere un ruolo nel supporto dell’economia reale? In che modo?

Faissola: Stiamo investendo molto sulla piattaforma di smart lending per sviluppare sistemi di analisi, permettere matching con le imprese e semplificare la gestione amministrativa delle pratiche in modo che i colleghi abbiano più tempo da dedicare alla relazione con il cliente. Oggi, attraverso la piattaforma si possono richiedere finanziamenti fino a 200.000 euro.

Serena: Sulle le Startup e le PMI Innovative abbiamo quote di mercato significative. È un settore estremamente interessante ed è fondamentale assistere queste aziende anche con strumenti differenti da quelli ordinari, ad esempio minibond o basket bond, a riguardo, abbiamo in corso costruttive interlocuzioni di collaborazione con MCC. Soluzioni alternative per affiancare al finanziamento ordinario un credito utile a sostenere le attività nei primi anni, quando non si genera cassa in misura sufficiente.

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D: Quali sono invece strumenti e servizi per l’internazionalizzazione? Collaborate con enti come Simest, Sace o Bei per offrire soluzioni integrate?

La sede milanese di Banco Bpm.

Serena: La spinta verso l’estero è ormai imprescindibile per le imprese che vogliono consolidare o espandere il proprio posizionamento. Banco Bpm affianca le aziende con un’offerta completa: dai finanziamenti chirografari per l’internazionalizzazione – utili per avviare nuove sedi all’estero, fare acquisizioni o investimenti produttivi – alla consulenza strategica grazie anche all’attività di Banca Akros che recentemente ha valorizzato la sua posizione nel mercato dell’M&A con l’acquisizione di Oaklins Italy per l’operatività sui mercati internazionali. Supportiamo inoltre l’accesso a strumenti di finanza agevolata, come quelli offerti da Simest, con cui abbiamo siglato un accordo nel 2024: affianchiamo l’azienda nella fase istruttoria, con l’integrazione di risorse bancarie e garanzie. In collaborazione con SACE, proponiamo soluzioni di risk sharing e abbiamo aderito alla nuova convenzione Sace Growth, che consente di finanziare investimenti anche retroattivamente fino a 60 mesi. Sul fronte operativo, offriamo anche servizi di bondistica internazionale, fondamentali per partecipare ai bandi internazionali, ed una piattaforma digitale dedicata, YouWorld, che facilita il contatto con partner globali fornendo report e informazioni doganali. Infine, utilizziamo la provvista BEI per ridurre il costo del lending quando finanziamo investimenti in beni strumentali attraverso il Leasing.

D: La sostenibilità è sempre più centrale nelle strategie aziendali. In che modo Banco BPM integra i criteri ESG nei suoi servizi per le imprese e le supporta nel raggiungimento dei loro obiettivi di transizione green?

Serena: Innanzitutto, Banco Bpm ha aderito alla Net-Zero Banking Alliance con l’obiettivo di allineare i propri portafogli crediti ed investimenti agli obiettivi del Green Deal europeo. I criteri ESG sono integrati nel nostro motore di valutazione del credito attraverso un’analisi che si completa con l’introduzione della sezione ESG e che si basa su quattro componenti.

La valutazione dell’esposizione dell’impresa al rischio di transizione e ai rischi fisici, questi ultimi riferiti sia alla controparte sia all’immobile, la raccolta di informazioni in ambito ESG attraverso un questionario differenziato per settori e la finalità dell’operazione. Abbiamo, inoltre, introdotto un’analisi prospettica, che valuta la qualità dei piani aziendali futuri in chiave sostenibile. Offriamo anche strumenti mirati come i finanziamenti finalizzati a supportare iniziative green e i cd. Sustainability Linked Loan (SLL). Questi ultimi prevedono una scontistica sul pricing qualora l’impresa raggiunga annualmente obiettivi ESG condivisi con la banca. Inoltre, accompagniamo le aziende – in particolare quelle appartenenti ai settori con processi produttivi maggiormente emissivi di gas serra (cemento, oil & gas, automotive, carbone, power generation) – nel loro percorso di decarbonizzazione, che viene supportato anche da un’intensa attività formativa erogata all’imprenditore attraverso incontri sul territorio che rientrano nel nostro programma di iniziative denominato ESG Factory.

D. Il mondo è oggi dominato dall’incertezza: in questo contesto la gestione del rischio e la costruzione di una resilienza finanziaria è fondamentale per le imprese. In che modo le supportate per raggiungere questo obiettivo?

Faissola: Stando vicini agli imprenditori e confrontandoci con loro costantemente. Le imprese italiane in ogni caso mostrano una grande capacità di adattamento, cambiando rapidamente strategia in base al contesto operativo dio riferimento. Il Covid ci ha dato una prova tangibile di questa loro flessibilità. Oggi i tassi, più favorevoli rispetto al recente passato, offrono un po’ di respiro.

Vediamo una resilienza diffusa, anche nei comparti oggettivamente in difficoltà come il lusso e l’automotive. Gli imprenditori italiani stanno affrontando, come sempre, le turbolenze con lucidità e spirito positivo.



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