Assemblea CNA Macerata: un confronto aperto su futuro, imprese e territorio


Giglietti e Tritarelli

Sabato scorso a Civitanova Marche si è tenuta l’Assemblea elettiva territoriale di CNA Macerata, un momento di grande significato per l’associazione e per il mondo dell’artigianato locale. L’incontro ha sancito il passaggio di consegne tra il Presidente uscente Maurizio Tritarelli e il nuovo eletto Simone Giglietti, segnando l’inizio di un nuovo corso.

Cuore dell’assemblea è stata la tavola rotonda “Artigiani imprenditori protagonisti”, introdotta dagli interventi di quattro imprenditori associati che hanno posto domande concrete su alcuni tra i principali temi d’attualità.

Conto e carta

difficile da pignorare

 

Roberto Casadidio
Roberto Casadidio

Ha aperto il confronto Roberto Casadidio, titolare della Automation Service a Tolentino, impresa specializzata in automazione industriale attiva in tutto il mondo. Casadidio ha raccontato le difficoltà incontrate dalle aziende esportatrici nei Paesi a rischio, interrogandosi sulla possibilità di un ritorno alla stabilità geopolitica e sugli strumenti di tutela per le imprese che operano su commessa all’estero.

Aldo Dezi
Aldo Dezi

A seguire Aldo Dezi, produttore di calzature a Penna San Giovanni e presidente di CNA Calzaturieri Macerata, ha posto l’accento sulla crescente difficoltà ad attrarre giovani nei mestieri tecnici. «Dobbiamo rendere la formazione tecnica di nuovo desiderabile», ha detto, sollecitando un patto tra scuola e impresa.

Sandra Pinzi
Sandra Pinzi

Sandra Pinzi, titolare della Tecum a Pollenza e Presidente di CNA Comunicazione, ha evidenziato la complessità vissuta dalle piccole imprese nell’affrontare la digitalizzazione e l’intelligenza artificiale. Ha chiesto da dove partire concretamente per non restare esclusi dall’innovazione.

Infine Robertino Paoloni, imprenditore informatico e sindaco di Loro Piceno, titolare della RAM System, ha condiviso la sua esperienza sulle difficoltà che vivono le aree interne e sul ruolo fondamentale delle botteghe artigiane come presidi economici e sociali.

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Robertino Paoloni
Robertino Paoloni

Le sollecitazioni dei quattro imprenditori hanno generato un ampio e articolato confronto con gli esperti. L’economista Francesca Spigarelli, docente all’Università di Macerata, ha sottolineato come le imprese italiane abbiano dimostrato una capacità superiore alla media europea nell’adattarsi all’instabilità e ai cambiamenti, ma ha anche avvertito che il periodo di incertezza non è affatto finito: “dobbiamo aspettarci che continui nel medio periodo”. Ha quindi insistito sull’importanza di “fare sistema”, coinvolgendo in maniera strutturata CNA, università e Regione, per affrontare le trasformazioni in atto con una governance di qualità. In particolare, ha lanciato un allarme sull’assenza di competenze digitali nelle Marche, definendola “una delle vere emergenze da affrontare se vogliamo garantire alle imprese strumenti adeguati per crescere”.

Gli esperti sul palco
Gli esperti sul palco

Giovanni Dini, direttore del Centro Studi CNA Marche, ha offerto uno spaccato economico della situazione provinciale e regionale: l’export della provincia di Macerata è in calo, ma in misura minore rispetto ad altre realtà marchigiane. Ha segnalato una crescita del comparto dei manutentori, installatori e riparatori, “una categoria sempre più centrale e in espansione”. Tuttavia, ha messo in guardia su un dato allarmante: “solo il 20% delle imprese oggi investe, contro un 35% storico. E le previsioni indicano un possibile crollo al 10%”. Ogni anno nelle Marche si perdono circa 5.000 imprese, ma – ha sottolineato – “non perdiamo occupati: significa che le aziende rimaste diventano più solide, più strutturate, ma lo scenario resta fragile e fortemente condizionato dall’incertezza”.

Il sociologo Marco Giovagnoli dell’Università di Camerino ha approfondito il tema delle dinamiche territoriali, evidenziando che le imprese che operano nelle periferie, come le aree interne, affrontano obblighi e costi economici molto diversi da quelle dei centri urbani. “Abbiamo pezzi del nostro territorio in condizione di eccezionalità permanente, che andrebbero trattati come tali – ha detto – servono soluzioni nuove, anche organizzative”. Ha poi riflettuto sul contesto demografico: “la crisi non è tanto nei numeri dei residenti quanto nel fatto che molti giovani non sono più stanziali, ma vivono i territori in modo transitorio. È difficile pianificare sviluppo quando le persone non si fermano ma dobbiamo fare i conti partendo da questa situazione reale”.

Paolo Mariani, direttore generale del Confidi Uni.Co., ha infine richiamato l’importanza di rafforzare i presidi locali. “Oggi dobbiamo tenerci strette tutte le cose che funzionano: CNA e Uni.Co. restano sul territorio mentre altri soggetti, come le banche, si digitalizzano e si allontanano fisicamente”. Il direttore ha rimarcato come il Confidi sia il soggetto più qualificato a fornire alle imprese servizi di consulenza finanziaria su misura: “la prossimità non è un dettaglio, è una condizione per far crescere le imprese”.

Un confronto ricco di spunti e consapevolezze, che conferma il ruolo di CNA come ponte tra imprese, istituzioni e sapere, capace di trasformare le sfide del presente in leve per costruire il futuro del territorio.





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