Il traino del Pnrr per Napoli polo dell’innovazione italiana


C’è di che essere almeno moderatamente soddisfatti. Il Pnrr per la città di Napoli dovrebbe generare un impatto positivo di 1.9 punti di Pil. Una crescita della ricchezza di quasi due punti percentuali, dunque, con conseguente creazione di circa ottomila posti di lavoro. Quelle contenute nel report dell’Osservatorio Economia e Società del Comune di Napoli sono stime, effettuate a un anno dalla scadenza del Piano di ripresa e resilienza, ma si basano su dati di fatto, come i 4.000 progetti presentati per complessivi 3,9 miliardi di euro. Un impegno che ha visto in primo piano l’amministrazione guidata da Gaetano Manfredi, con Palazzo San Giacomo che risulta anche attuatore di 86 iniziative per circa 677 milioni di euro.

Ancora più significativo di questi risultati, sicuramente apprezzabili, è il fatto il 30% delle risorse complessive assegnate a Napoli siano state indirizzatesui fronti intrecciati della scuola, dell’università e della ricerca. Napoli deve diventare a tutti gli effetti uno dei poli dell’innovazione italiana. Deve trainare una Nazione che, sotto questo profilo, accusa ritardi che vanno colmati rapidamente. Un recentissimo rapporto della Commissione europea fissa, ad esempio, come traguardo da raggiungere entro il 2030, una percentuale di imprese già capaci di utilizzarel’intelligenza artificiale pari ad almeno il 75%. Attualmente la media europea è naturalmente molto più bassa, visto che siamo agli inizi di questa rivoluzione epocale. Ci si ferma al 13,5%, ma si tratta di una percentuale, comunque, nettamente superiore a quella italiana dell’8,2%. Dobbiamo recuperare e si può fare, perché la missione è tutt’altro che impossibile.

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I ritmi di crescita attesi sono così elevati che l’Italia può colmare con relativa facilità il divario, purché le politiche si orientino fortemente verso l’implementazione delle nuove tecnologie. Napoli, in questo senso, può vantare frecce importanti al proprio arco, perché da anni sta creando strutture e academy per la ricerca all’avanguardia, dal 5G ai computer quantistici, alla formazione di alto profilo per il ‘mobile’, alla crescita esponenziale di start up e pmi innovative. È importante cavalcare quest’onda, perché il capoluogo partenopeo, profittando anche delle esperienze di successo che stanno sorgendo in altre aree della Campania e del Sud, dalla Calabria alla Sicilia alla stessa Puglia, può diventare un punto di riferimento per trainare il Mezzogiorno in una rincorsa virtuosa, verso livelli di reddito e produttività più vicini a quelli delle aree forti d’Europa.

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