Imprese, così la burocrazia scoraggia gli investimenti





Perché gli investitori stranieri in Italia non vengono? Principalmente perché è un paese immobilizzato dalla burocrazia, quel sistema di regole e procedure, spesso farraginoso e poco efficiente, che rallenta l’accesso ai servizi pubblici da parte di imprese e cittadini e crea ostacoli all’attività economica.



Il quadro d’insieme è chiaro da anni: le procedure burocratiche sono sovente  lunghe e complesse, richiedendo molto tempo e risorse per essere completate; il peso della burocrazia, in termini di tempo e denaro, può essere significativo, specialmente per le piccole e medie imprese; i cittadini possono incontrare difficoltà nell’accesso a servizi pubblici, come ottenere certificati, permessi o accedere a prestazioni sociali; le lungaggini burocratiche possono scoraggiare gli investimenti e limitare lo sviluppo economico, soprattutto per le nuove imprese; in alcuni casi, la carenza di personale qualificato per gestire le procedure burocratiche può aggravare ulteriormente i problemi. Una vera e propria palude, come direbbe un ben noto politico campano.

Eppure secondo Massimo Santoro, dottore commercialista napoletano (nella foto), responsabile della società Pratiche 2M srl, specializzata in servizi di alto profilo per aziende e cittadini, la situazione non è così critica.

«È vero – osserva Santoro – che la carenza di digitalizzazione in molti processi burocratici contribuisce alla lentezza delle procedure, ma è altrettanto vero che negli ultimi anni l’Italia ha compiuto significativi passi avanti nella digitalizzazione della Pubblica amministrazione. Secondo il rapporto AgID del 2022, circa il 70% dei cittadini italiani ha utilizzato almeno una volta i servizi online della Pa, un aumento considerevole rispetto al 50% del 2019».

Quali sono gli strumenti digitali più utilizzati?
«Innanzitutto lo Spid, uno strumento che sembra essere stato ben compreso dagli italiani; quindi la firma digitale, la Posta elettronica certificata utilizzata da oltre 20 milioni di persone, rendendo più accessibili operazioni come la richiesta di certificati, la gestione fiscale e molto altro. In verità, anche il sistema PagoPA ha registrato numeri significativi: nel 2022 ha gestito transazioni per oltre 50 miliardi di euro, semplificando il pagamento di tasse, multe e servizi pubblici».

La digitalizzazione ci salverà, dunque, ma si registrano tuttavia ancora consistenti sacche di arretratezza tecnologica nel Paese. È così, dottor Santoro?
«Purtroppo. Nonostante i progressi, persistono ostacoli strutturali e culturali. secondo l’Istat nel 2023 circa il 30% delle famiglie italiane aveva difficoltà ad accedere a Internet o a utilizzare strumenti digitali. Le aree rurali e il Sud Italia sono le più penalizzate. La resistenza al cambiamento e le disparità territoriali intralciano una piena digitalizzazione».

Possiamo parlare di analfabetismo digitale?
«Ahimè sì, dati alla mano, secondo Eurostat nel 2022 il 25% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possedeva nemmeno competenze digitali di base tipo navigazione web, email, gestione documenti»?

Quali sono le concause?
«La scarsa formazione scolastica in ambito digitale, il divario generazionale, con gli ultrasessantacinquenni meno inclini all’uso della tecnologia; le conclamate disuguaglianze socio-economiche, che limitano l’accesso a dispositivi e connessioni adeguate. Il tuto ha ricadute socie tangibili. Circa il 40% degli anziani italiani fatica a svolgere pratiche online, come pagare le bollette o richiedere documenti. Ciò comporta il rischio concreto di esclusione dai servizi pubblici e dalla vita quotidiana».

Come superare queste inaccettabili barriere?
«Investire nella formazione digitale, sia per giovani sia per adulti, attraverso corsi pubblici e privati; workshop pratici; campagne di sensibilizzazione; semplificazione dell’accesso ai servizi, rendendoli più intuitivi, meno “burocratici” e più inclusivi. Non deve mancare la fattiva collaborazione tra pubblico e privato: enti, aziende e professionisti del digitale possono sviluppare soluzioni efficaci e accessibili. Bisogna, infine, affidarsi a professionisti: per chi non ha il tempo o le competenze necessarie, l’assistenza di esperti può garantire un accesso più rapido, sicuro e privo di errori».

G. P. 





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