59,3 miliardi euro e confronto fiscale europeo


Il Tax Day 2025 si svolgerà lunedì 16 giugno, segnando una data importante per il sistema fiscale grazie all’arrivo di 42 miliardi di euro all’erario.

Dettagli della giornata

La scadenza, che rappresenta un appuntamento chiave per i contribuenti, si configura come un momento fondamentale per il rispetto degli impegni connessi alle normative fiscali. Questo appuntamento evidenzia l’importanza di una gestione puntuale e corretta dei flussi economici verso la collettività.

Implicazioni per l’erario

La somma indicata sottolinea il ruolo determinante dell’erario nel sostegno della finanza pubblica. L’evento, programmato per il 16 giugno, risulta quindi cruciale per l’equilibrio del sistema economico e per garantire il buon funzionamento delle istituzioni.

È imminente il primo grande impegno fiscale dell’anno. Nonostante il recente passaggio attraverso il simbolico giorno di liberazione fiscale, entro il 16 giugno 2025 i contribuenti italiani si troveranno di fronte al versamento di 42,3 miliardi di euro in tasse, cifra che però esclude i contributi previdenziali da versare da imprese e lavoratori autonomi. In pratica, in soli due giorni, si concretizza un impegno imponente senza sconti.

Scadenze imminenti per le imprese

Tra le varie scadenze, il 16 giugno sarà particolarmente cruciale: le imprese dovranno versare almeno 34 miliardi di euro, comprendenti ritenute Irpef sui lavoratori dipendenti e collaboratori familiari (14,4 miliardi), oltre all’Iva (13,2), all’Imu (5) e alle ritenute Irpef dei lavoratori autonomi (1,3). Tuttavia, le somme dovute per le ritenute Irpef e l’Iva, stimate complessivamente in 27,5 miliardi di euro, rappresentano operazioni di giro, poiché le aziende agiscono da sostituti d’imposta e trattano importi già incassati. Nonostante ciò, il problema della liquidità resta pressante, specialmente per le piccole realtà imprenditoriali che incontrano difficoltà nel reperire capitale a causa della limitata fluidità del credito bancario.

Il calendario fiscale evidenzia anche un’altra data significativa: il 30 giugno. Durante l’ultimo giorno del mese, infatti, si prevede un gettito pari a 17 miliardi di euro, derivante dall’Ires (9,8 miliardi), dall’Irap (4,9), dall’Irpef (1,5) e dalle addizionali Irpef regionali e comunali (0,9). Complessivamente, le due scadenze di questo mese porteranno alle casse dello Stato circa 59,3 miliardi di euro.

Un confronto internazionale e la pressione fiscale

Nel contesto europeo, il livello di tassazione varia notevolmente. Paesi come Danimarca, Francia, Belgio, Austria e Lussemburgo presentano percentuali del Pil comprese tra il 43 e il 45,4 per cento, mentre l’Italia si attesta a un 42,6 per cento, posizionandosi al sesto posto nell’UE. Rispetto a nazioni chiave come Germania e Spagna, dove il carico fiscale risulta rispettivamente inferiore (40,8 e 37,2 per cento), la situazione italiana appare piuttosto onerosa. Inoltre, il contesto burocratico italiano risulta particolarmente complesso: infatti, secondo le statistiche, i titolari di imprese perdono circa 238 ore l’anno per adempiere alle incombenze fiscali, un tempo sensibilmente superiore rispetto ad altre realtà europee.

Trend in calo nell’evasione fiscale

Un segnale positivo proviene dalla lotta all’evasione. Nel 2024 l’Agenzia delle Entrate ha recuperato 33,4 miliardi di euro, un risultato record, mentre il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha registrato una diminuzione dell’evasione: dal picco di 108,4 miliardi di euro nel 2017, il valore è sceso a 82,4 miliardi nel 2021, con 72 miliardi dovuti al mancato gettito tributario e 10,4 miliardi all’evasione contributiva. Le nuove misure, quali la compliance fiscale, lo split payment, la fatturazione elettronica e l’invio telematico dei corrispettivi, hanno contribuito a rendere più difficile l’elusione per i contribuenti che ignoravano gli obblighi fiscali.

Analizzando geograficamente l’evasione, emerge come la Lombardia registri il volume più elevato in termini assoluti (13,6 miliardi), seguita dal Lazio (9,2) e dalla Campania (7,7). Tuttavia, se si considera l’incidenza percentuale sul gettito, la Calabria evidenzia il tasso più elevato (20,4 per cento), seguita da Campania, Puglia e Sicilia. Al contrario, la Provincia Autonoma di Bolzano si distingue per la maggiore aderenza alla normativa, con solo l’8,6 per cento di evasione, contro una media nazionale del 12,5 per cento.

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